Abstract. Le discrasie interpretative sorte in dottrina ed in giurisprudenza in ordine alla perdurante rilevanza penale della ‘sottofattispecie’ del c.d. peculato dell’albergatore hanno generato un contrasto verticale e sincronico nella giurisprudenza interna difficilmente compatibile con i principî di uguaglianza e di prevedibilità delle decisioni giudiziarie. Dopo aver passato in rassegna le diverse tesi favorevoli e contrarie alla abolitio criminis dei fatti antecedenti al decreto rilancio ed aver preso atto della chiusura della Corte di Cassazione rispetto alla soluzione ritenuta preferibile della successione impropria abrogatrice, viene indicata un’alternativa radicale per evitare di punire con le draconiane pene previste per il peculato una condotta passata che attualmente integra un mero illecito amministrativo-tributario di natura omissiva: il ricorso ad un provvedimento di amnistia condizionato. La situazione determinatasi in questo caso potrebbe, infatti, dare la stura ad un atto di clemenza collettiva costituzionalmente legittimo ai sensi degli artt. 3 e 27, comma 3, Cost., in quanto destinato a rimuovere una ‘pena ingiusta’, ma, soprattutto, rappresentare l’occasione per rispolverare un istituto inopportunamente archiviato dopo la sua riforma del 1992 che, se sapientemente utilizzato nella forma della c.d. amnistia di giustizia, può rivelarsi utilissimo per risolvere tutte le situazioni eccezionali ed irripetibili che periodicamente pongono gli stessi problemi di esecuzione di pene irragionevoli, come, ad esempio, quella del sovraffollamento carcerario in tempo di pandemia.
SOMMARIO: 1. Alle origini della questione: l’incerta natura dell’art. 180, comma 3, del c.d. decreto rilancio 2020, tra aberratio legis accidentale e scelta politico-criminale meditata. – 2. Gli effetti penali: le certezze sulle condotte future e i dubbi su quelle passate. – 2.1. La tesi della successione mediata apparente contraria all’abolitio criminis. – 2.2. La tesi della successione mediata effettiva favorevole all’abolitio criminis parziale. – 2.3. La tesi della successione impropria con analogo esito favorevole. – 2.4. La tesi della legge di interpretazione autentica. – 2.5. La tesi della illegittimità costituzionale e convenzionale della punibilità delle condotte pregresse. – 3. I rispettivi limiti delle diverse soluzioni e l’opportunità di un intervento delle Sezioni unite. – 4. La soluzione radicalmente alternativa (ma difficilmente praticabile): l’amnistia condizionata. – 5. Le ragioni penalistiche a sostegno di tale opzione. – 5.1. Una possibile ipotesi costituzionalmente legittima di clemenza collettiva ascrivibile alla categoria della c.d. amnistia di giustizia per la gestione dei rapporti di diritto intertemporale. – 5.2. Un’occasione per risolvere altre ‘situazioni eccezionali’? – 6. Le recenti riforme costituzionali realizzate ed in itinere per il rilancio della clemenza collettiva.
* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.