Il contributo è pubblicato sul numero 1/2020 di Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale. Per accedervi, clicca qui.
Abstract. Il testo si occupa delle conseguenze che il restyling legislativo al quale è stato sottoposto l’art. 348 c.p. riversa sul settore sanitario, più esposto di altri al fenomeno dell’abusivismo. In particolare, dopo aver analizzato le principali novità introdotte dalla c.d. riforma Lorenzin, ci si concentrerà sulle manifestazioni dell’esercizio abusivo nell’area odontoiatrica, dove esso si mostra capace di assumere forme societarie che acuiscono la carica di offensività delle condotte tenute dai sine titulis e che sollevano un interrogativo circa l’opportunità di innescare il meccanismo della responsabilità degli enti ex d.lgs. 231/2001.
SOMMARIO: 1. Professioni protette, professioni che proteggono. – 2. L’art. 348 c.p. nel formante giurisprudenziale. – 3. Gli squarci di penale della c.d. legge Lorenzin. – 3.1. Una prima ricaduta del processo di ‘sanitarizzazione’ dell’art. 348 c.p.: la riconfigurazione del bene giuridico, la natura pluri-offensiva della fattispecie e i riflessi sulle nuove aggravanti di cui agli artt. 589 e 590 c.p. – 3.2. Una seconda ricaduta: la tutela delle funzioni svolte dagli ordini delle professioni sanitarie e il ripristino del fair play concorrenziale. – 3.3. Una terza ricaduta: l’inasprimento sanzionatorio e il confronto con le soluzioni oltre confine. – 4. Le circostanze aggravanti del comma 3. – 4.1. In particolare: la direzione dell’attività delle persone che sono concorse nel reato e la responsabilità penale del direttore sanitario. – 5. Dimensioni, rischi e forme dell’‘abusivismo odontoiatrico 1.0’. – 5.1. La frontiera dell’‘abusivismo 2.0’ e il robusto appeal preventivo del nuovo art. 348 c.p. – 5.2. Verso una ‘responsabilità 231’ delle società che svolgono abusivamente l’attività odontoiatrica? – 6. ‘Aritmie legislative’: il contributo dell’art. 348 c.p. al nuovo statuto penale degli esercenti le professioni sanitarie.