Il contributo è pubblicato sul numero 4/2019 di Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale. Per accedervi, clicca qui.
Abstract. Attraverso la rievocazione del rapporto tra paura e pena e l’analisi dei tratti fondamentali del populismo contemporaneo, in questo articolo propongo una definizione di populismo penale più stringente rispetto al concetto di penal punitiveness da cui ha preso le mosse la letteratura internazionale sul tema. La maggior parte degli studiosi, infatti, lo associa a un programma politico di espansione dell’area penalmente rilevante, a un tipo di retorica politica sulla questione criminale o all’emersione di nuovi attori che influenzano il dibattito e le politiche sulla pena. In questo modo, tuttavia, si rischia di costruire una categoria interpretativa onnicomprensiva che in definitiva impoverisce la lettura di un campo, quello della penalità, attraversato da tendenze e istanze diverse e non sempre coerenti e lineari. ”Contro il panpopulismo” è dunque un invito a recuperare uno sguardo articolato sulle dinamiche della politica criminale e, al tempo stesso, a cogliere con più chiarezza i contorni dei progetti populisti e i pericoli che la loro affermazione comporta rispetto alla tenuta dei sistemi democratico-costituzionali.
SOMMARIO: 1. Populismo ed eccedenza emotiva. – 2. Paura, emozioni e penalità. – 2.1. Volenti o nolenti la paura è al centro della penalità moderna. – 2.2. La paura nella politica. – 2.3. La politica della paura. – 2.4. Pressione popolare e legislazione penale. – 3. Una proposta di definizione. – 3.1. Eccedenza e democrazia costituzionale. – 3.2. Il populismo contemporaneo. – 3.3. Il campo penale come luogo privilegiato. – 4. Non tutto è populismo penale. – 5. In conclusione.