Abstract. Il contributo affronta la disciplina del nuovo rimedio (art. 628-bis c.p.p.) introdotto nel nostro sistema processuale penale dalla Riforma Cartabia e volto a dare esecuzione alle decisioni definitive della Corte europea dei diritti dell’uomo. Attraverso l’analisi dei presupposti, delle modalità e dei tempi di presentazione di questo inedito mezzo di impugnazione straordinaria, nonché dei possibili epiloghi del giudizio affidato alla Corte di cassazione e di quello instaurato a seguito della riapertura del processo censurato dai giudici di Strasburgo, l’Autore offre una prima soluzione interpretativa ad alcuni aspetti problematici già ravvisabili nella disciplina del nuovo istituto.
SOMMARIO: 1. Uno strumento a lungo atteso. – 2. Inquadramento sistematico del nuovo art. 628-bis c.p.p. – 3. I soggetti legittimati e la sorte dei c.d.“fratelli minori” del ricorrente vittorioso a Strasburgo. – 4. (segue): l’esclusione del procuratore generale presso la Corte di cassazione. – 5. Forma, tempi e modalità di presentazione dell’impugnazione. – 6. (segue): vaglio preliminare di ammissibilità della Corte di cassazione e sospensione dell’esecuzione del giudicato interno. – 7. La valutazione sull’«incidenza effettiva» della violazione accertata in sede europea sulla pronuncia di condanna. – 8. (segue): i diversi rimedi a disposizione della Corte di cassazione. – 9. La riapertura del processo e il divieto di reformatio in peius.
*In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.