Abstract. Dalla sua teorizzazione, il diritto all’oblio ha subito, nel corso del tempo, un’evoluzione che è andata di pari passo con quella tecnologica, fino a costituire, nell’odierno panorama – caratterizzato dalla presenza (e influenza) costante di Internet e dei nuovi media –, un diritto di primaria rilevanza. Su impulso della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, tale diritto è stato positivizzato all’art. 17 del Regolamento UE 2016/679 (cd. GDPR). Sul fronte italiano, la riforma Cartabia, in tema di processo penale, mediante l’introduzione dell’art. 64-ter fra le norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, ha esplicitamente riconosciuto il droit à l’oubli – in particolare, nella più recente declinazione della deindicizzazione – a chi sia stato indagato o imputato e abbia visto la propria posizione definita con un provvedimento favorevole (archiviazione, non luogo a procedere, proscioglimento). Il saggio, dopo una sintetica ricostruzione diacronica del diritto all’oblio, da un lato, e un breve excursus delle ragioni che sottostanno alla necessità di una sua espressa tutela nei casi anzidetti, dall’altro, si diffonde nell’analisi della disciplina di nuovo conio, evidenziandone le opportunità e denunciandone tanto i rischi, quanto i limiti.
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Nascita e sviluppo del diritto all’oblio: una sintesi. – 3. Internet, motori di ricerca e deindicizzazione. – 4. La positivizzazione europea. – 5. Diritto all’oblio: tra problematiche della cronaca giudiziaria e inefficienze della giustizia penale. – 6. Analisi della normativa. – 7. Considerazioni conclusive.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.
Marianna Biral
Isadora Neroni Rezende
Cosimo Emanuele Gatto
Alessandra Santangelo
Irene Milazzo
Giulia Lasagni
Laura Bartoli
Antonio Pugliese
Vanessa Maraldi
Michele Caianiello