Abstract. Circoncisione ed infibulazione, fenomeni meno “esotici” di quanto possa apparire, pur numericamente significativi sono scarsamente rappresentati nei repertori giurisprudenziali, anche a causa della forte pregnanza culturale che li accompagna. L’analisi della giurisprudenza e della dottrina italiane, assieme ad alcune sentenze europee, consente di apprezzarne le variegate tipologie e di mettere in discussione il paradigma del consenso dell’avente diritto, individuato tradizionalmente nell’esercente la responsabilità genitoriale, quale causa di giustificazione. Passando per una ragionata critica all’uso penalistico dell’incapacità di agire, di diritto civile, è possibile individuare una serie di problemi, bisognosi dell’intervento legislativo, e proporre un criterio pratico per la decisione dei casi controversi pur nell’assetto attuale dell’ordinamento.
SOMMARIO: 1. Il Sudan non è poi così lontano. – 2. La circoncisione maschile. Una decisione della Corte di Cassazione e la Legge 8.3.1989, n. 101. – 3. La “circoncisione” femminile. L’art. 583-bis c.p. ed una decisione di merito. – 4. Esercizio della responsabilità genitoriale ed autodeterminazione del minorenne sul proprio corpo. – 5. Le scriminanti degli articoli 50 e 51 C.p.: una sentenza della Corte di Appello di Colonia e della Alta Corte d’Inghilterra e Galles. – 6. Due decreti del Tribunale dei Minorenni e le stime del fenomeno. – 7. Gli strumenti internazionali. Segue: Risoluzione O.N.U. 67/146 del 20.12.2012 Segue: Risoluzione del Parlamento Europeo sull’abolizione delle mutilazioni genitali femminili 2012/2684 del 14.6.2012 Segue: Risoluzione del Consiglio d'Europa sull'integrità fisica dei minori, Doc. 13042 del 2.10.2012 – 8. Conclusioni: la necessità di un confronto aperto sul consenso dell’avente diritto anche in ambito minorile.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.