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Abstract. A seguito di una riunione fiume del 21 dicembre, il Consiglio dei Ministri corregge il dettato normativo della c.d. “riforma Orlando” in materia di intercettazioni, attraverso l’approvazione del decreto legge n. 161, con l’intento di raggiungere un nuovo equilibrio tra tutela della privacy ed esigenze investigative. Al di là delle scelte di politica normativa, nella riforma si intravedono rischi per la tenuta del sistema e per l’efficacia stessa dello strumento intercettivo. Il rinnovato ruolo delle procure, combinato con l’attenuazione del diritto di difesa delle parti private diverse dall’imputato, lascia spazio a numerosi dubbi. Inoltre, l’ampliamento del perimetro di operatività del captatore informatico e dei suoi risultati probatori acuisce le problematiche – già ben note nella prassi – della circolazione atipica di informazioni a fini investigativi.
SOMMARIO: 1. La tempistica, il decreto legge, gli obiettivi. – 2. La selezione del materiale “rilevante” e la trascrizione nei brogliacci di ascolto. Il monopolio della Procura. 3. Il deposito degli atti nell’archivio “digitale”. – 3.1. La contrazione dei diritti delle parti private. Scelta consapevole o svista legislativa? – 4. L’acquisizione e la trascrizione delle intercettazioni. – 5. L’espansione della portata applicativa del captatore informatico. – 6. Considerazioni conclusive.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.