Note a margine del decreto legge n. 161 del 2019
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Abstract. Il decreto legge n. 161 del 2019 interviene in modifica della riforma della disciplina delle intercettazioni con cui si era chiusa la precedente Legislatura e che, in forza di reiterati interventi normativi, è rimasta per lungo tempo inefficace. Nelle dichiarazioni programmatiche di inizio Legislatura si paventava una riforma dai contenuti innovativi e di ampio respiro. Si tratta, invece, di un sostanziale ripiegamento verso il passato, per più parti frenato e corretto proprio da alcuni principi della precedente riforma (cd. riforma Orlando). Questa, nonostante sia rimasta priva di efficacia, ha rappresentato un (parziale) punto di non ritorno sul terreno della tutela del diritto alla riservatezza, anche dei terzi, e del bilanciamento con il diritto di difesa e con il principio di obbligatorietà dell’azione penale, e quindi di efficienza ed efficacia degli strumenti di indagine.
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. La formazione dei cd. brogliacci di ascolto. – 3. Il ruolo della polizia giudiziaria. – 4. Il divieto di trascrizione delle comunicazioni e conversazioni col difensore. – 5. La selezione del materiale intercettativo. – 6. La cd. udienza stralcio. – 7. Il regime di segretezza dei risultati intercettativi non rilevanti. – 8. Divieto di pubblicazione. – 9. L’ambito di ammissibilità del cd. trojan horse. – 10. Utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni a mezzo trojan per reato diverso. – 11. La disciplina transitoria. – 12. Una breve conclusione.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.