Segnaliamo ai lettori che l'Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) - nell'ambito di un'iniziativa annunciata nei giorni scorsi in un breve video dal suo direttore - ha pubblicato un ampio quanto interessante documento dedicato all'impatto sui diritti fondamentali della pandemia da coronavirus, con particolare riferimento alle misure adottate dagli stati membri dell'UE. Il documento si presenta come un primo inventario dei problemi posti dall'emergenza in atto, nella prospettiva della tutela dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE. Esso è stato predisposto sulla base di report non ufficiali (country studies) raccolti dall'Agenzia e resi disponibili sul proprio sito internet; report che si segnalano per l'indubbio interesse nella prospettiva dello studio comparato delle risposte normative alla pandemia.
Il documento ha la veste del bollettino e un'ambizione, allo stato, informativa. Esso rappresenta un utile punto di partenza per lo studio comparato e al contempo è espressione di un'iniziativa che ancora una volta conferma quanto, a livello internazionale e da parte degli organismi a ciò istituzionalmente deputati, sia avvertita l'esigenza di un controllo sul rispetto dei diritti fondamentali da parte delle autorità nazionali, che passa attraverso una valutazione della conformità con i principi affermati dalle carte sovranazionali. L'iniziativa della FRA, dal punto di vista politico e culturale, è sinergica al lavoro scientifico già avviato dalla dottrina, in Italia e all'estero.
Tra i temi di interesse più strettamente penalistico, si segnalano le considerazioni relative all'impatto sulla giustizia penale (p. 28): le misure prese per fronteggiare la pandemia rendono difficoltoso l'accesso alla giustizia, al processo e ai rimedi giurisdizionali, così come, a fronte del processo telematico, il diritto a partecipare al processo in presenza (art. 47 CDFUE).
Di interesse sono altresì alcuni spunti relativi alla misura della quarantena: il documento dà conto di come in Ungheria vengano poste delle etichette rosse sulle porte delle case dei soggetti sottoposti alla misura e siano previsti controlli a domicilio da parte della polizia (p. 17) e di come in Bulgaria sia prevista, per l'inosservanza della misura, la detenzione fino a 5 anni.
Oltre a presentare un quadro dei problemi e delle soluzioni adottate nei diversi paesi rispetto al carcere (p 27) e ai centri per i rifugiati (p. 28), il bollettino segnala tra l'altro come in alcuni paesi siano state prese iniziative per sanzionare, anche attraverso il diritto penale, la diffusione di notizie false correlate alla pandemia (p. 38).
(Gian Luigi Gatta)