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30 Settembre 2022


Dal DAP due circolari in materia di videochiamate e sostegno psicologico per il personale penitenziario


Diamo notizia ai lettori che il 26 settembre 2022 il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dott. Carlo Renoldi, ha trasmesso agli organi centrali e periferici dell’Amministrazione due circolari volte, rispettivamente, a implementare e disciplinare l’uso di videochiamate da parte dei detenuti già sperimentato durante l’emergenza pandemica (circolare n. 3696/6146) e a prevedere percorsi di assistenza psicologica per il personale della Polizia penitenziaria (circolare n. 3697/6147).

 

La prima circolare – recante come oggetto «colloqui, videochiamate e telefonate» – apre con un richiamo agli artt. 29, 30 e 31 della Costituzione (tutela della famiglia), all’art. 8 della CEDU (rispetto vita privata e familiare) e all’art. 28 ord. pen. (sulle relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie) e riconosce la «funzione fondamentale che i colloqui e le telefonate assumono sul piano trattamentale, quale modalità di conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell’esecuzione penale e quale strumento indispensabile per garantire il benessere psicologico delle persone detenute e internate, al fine di attenuare quel senso di lontananza dalla famiglia e dal mondo delle relazioni affettive che è alla base delle manifestazioni più acute di disagio psichico, spesso difficilmente gestibili dal Personale degli istituti e che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici».

La circolare stabilisce che alle tre modalità previste per garantire contatti con l’ambiente esterno (colloqui visivi, conversazioni con il mezzo del telefono, corrispondenza epistolare in forma cartacea) siano ora confermate, stabilizzate ed estese a tutti i circuiti penitenziari anche le videochiamate – quali modalità alternative di fruizione dei colloqui visivi – introdotte in via sperimentale nel circuito della media sicurezza già nel 2019 (circolare 30 gennaio 2019, n. 0031246U) e poi potenziate nel corso dell’emergenza sanitaria.

Si legge, in particolare, che il ricorso alle videochiamate deve essere favorito in quanto «da un lato, esse appaiono particolarmente idonee ad agevolare il mantenimento delle relazioni familiari e ad evitare trasferte costose […], insostenibili fisicamente per gli anziani e i malati e psicologicamente stressanti per i figli minori; e in quanto, dall’altro lato, esse rendono non necessarie le lunghe e defatiganti operazioni di perquisizione dei soggetti che fanno ingresso in carcere in occasione dei colloqui «in presenza», consentendo il contenimento del rischio che, in tale frangente, possano essere introdotti, dall’esterno, oggetti non consentiti».

Quanto alle modalità operative la circolare prevede la realizzazione di apposite salette negli Istituti penitenziari per lo svolgimento di una pluralità di videocolloqui sotto il controllo visivo del Personale addetto alla vigilanza, ovvero, negli istituti in attesa del completamento dei programmati interventi infrastrutturali, l’utilizzo di apparecchi telefonici messi a disposizione dall’Amministrazione.

 

La seconda circolare – con oggetto «percorsi di sostegno al personale penitenziario» – prende atto della necessità, già evidenziata dalla Ministra Cartabia nell’atto di indirizzo politico-gestionale, di compiere «azioni supporto psicologico a beneficio del Personale di Polizia penitenziaria».

Il tema era già stato inserito nel Documento di Programmazione Generale del 11 gennaio 2022 determinando l’avvio di iniziative finalizzate a delineare le Linee guida utili per il supporto psicologico del personale e di tutti gli altri Operatori dell’Amministrazione penitenziaria nell’elaborazione degli eventi critici.

In una prospettiva di integrazione con queste misure già presenti, la circolare ritiene «necessario adottare, da subito» (la circolare chiede che la rete di sostegno sia operativa entro il 15 ottobre 2022) «un modello di intervento rapido di sostegno, che dovrà essere attivo soprattutto nei confronti di coloro i quali sono più esposti, per ragioni di servizio, a eventi potenzialmente traumatici, quali i suicidi o i tentati suicidi delle persone detenute, le aggressioni nei confronti degli stessi Operatori da parte di soggetti violenti, evasioni e altro ancora». A tal fine la circolare indica in maniera puntuale le modalità di attivazione del sostegno psicologico – costituito da una rete di esperti e psicologi del lavoro – da applicarsi ogni qualvolta il Provveditorato competente per territorio riceva, dalla Sala situazioni del Dipartimento, dalla Direzione dell’Istituto, da notizie di stampa o da ogni altra fonte, una segnalazione relativa a un evento critico che possa avere traumatizzato in modo rilevante l’Operatore.

 

(Giulia Mentasti)