Per il testo del d.l. 118/21, coordinato con la l. 147/21, clicca qui.
Con l. 147 del 2021 (pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 254 del 23 ottobre scorso) è stato convertito il d.l. 24 agosto 2021, n. 118, recante «misure urgenti in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia».
Saranno illustrate prossimamente, con contributi di approfondimento mirato, le novità concernenti il settore – la disciplina della crisi e dell’insolvenza – su cui l’attenzione dei penalisti, anche in questa Rivista, è stata viva sin dalla pubblicazione del decreto-legge.
In sede di conversione, tuttavia, il testo normativo si è arricchito di una significativa novità, di rilevanza trasversale per il mondo dell’amministrazione della giustizia, con previsione – per legge – di un nuovo concorso in magistratura.
Il neo-introdotto art. 26-bis autorizza infatti il Ministero a bandire (entro sei mesi) una procedura concorsuale per il reclutamento di 500 magistrati ordinari in tirocinio, dettando al contempo una disciplina speciale per lo svolgimento delle prove.
Già il concorso precedente – indetto con d.m. 29 ottobre 2019, le cui prove scritte si sono tenute a luglio 2021 e di cui è ancora in corso la correzione degli elaborati – si era svolto secondo regole parzialmente derogatorie della disciplina di cui al d.lgs. 160/2006. Dopo numerosi rinvii dovuti all’emergenza da Covid-19, l’art. 11 del d.l. 44/2021 aveva infine consentito lo svolgimento degli scritti, secondo modalità ispirate all’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di contagio in situazioni caratterizzate da possibili assembramenti e dalla presenza di numerose persone in ambienti chiusi per un lungo periodo di tempo: era stata prevista la redazione di due elaborati scritti anziché i canonici tre (con sorteggio delle rispettive materie tra diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo), da svolgere in quattro ore anziché le consuete otto; per l’espletamento delle prove i candidati erano stati distribuiti in sei sedi sul territorio nazionale, divisi per regioni di provenienza.
Nel quadro delineato dall’art. 26-bis del d.l. 118/21, il nuovo concorso mantiene alcuni tratti della tornata precedente, combinati però con alcune modifiche che segnano, anche in quest’ambito, un parziale “ritorno alla normalità” consentito dal miglioramento della situazione epidemiologica e dai progressi della campagna vaccinale.
In particolare (cfr. comma 3):
– vengono ripristinate le tre prove scritte (su diritto civile, penale e amministrativo);
– viene aumentato il tempo a disposizione per la redazione dell’elaborato, che passa da quattro a cinque ore (con il mantenimento dell’espresso requisito della “sinteticità”, già previsto dal d.l. 44/21).
Ulteriori novità riguardano:
– la composizione e le modalità operative della commissione (commi 2 e 4): viene incrementato il numero dei membri, che, oltre al presidente (un magistrato che abbia conseguito la sesta valutazione di professionalità), saranno 23 magistrati (anziché 20), 6 professori (anziché 4), 4 avvocati (anziché 3); dopo la correzione in seduta comune degli elaborati di almeno venti candidati, la commissione proseguirà i lavori articolata in tre sottocommissioni (anziché due);
– la consultazione dei testi normativi ammessi in sede di concorso (comma 7), che potrà avvenire anche «mediante modalità informatiche» (da individuarsi tramite decreto del Ministero); a differenza delle novità di cui al capo precedente, espressamente limitate a questa specifica procedura concorsuale, in questo caso il legislatore è intervenuto a modificare stabilmente la disciplina generale sul concorso, inserendo un comma 3 nell’art. 7 r.d. 1860/1925.
Da segnalare, infine, l’ampliamento della pianta organica della magistratura ordinaria, invero già previsto dal d.l. 118/2021 nella versione originaria: si tratta di 20 unità, numero definito tenendo conto della necessità che l’entrata in funzione dei procuratori europei nell’ambito dell’EPPO non pregiudichi l’organico delle procure di provenienza.
L’ampliamento precedente risaliva al 2018, quando con la legge di bilancio (l. 145/2018, art. 1, comma 379) era stato previsto un aumento di 600 unità.
Di recente, un ulteriore incremento è stato peraltro richiesto dal Ministero della Giustizia, come anticipato dalla Ministra Marta Cartabia (v. infra) e risulterebbe contemplato – nel numero di 83 unità – nel disegno di legge di bilancio approvato il 28 ottobre 2021 dal Consiglio dei ministri.
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Le novità illustrate rappresentano importanti tappe del percorso di rafforzamento delle risorse umane necessarie per raggiungere gli obiettivi di efficienza della giustizia civile e penale imposti, prima ancora che dai vincoli europei connessi ai fondi del P.N.R.R., dal canone costituzionale e convenzionale del giusto processo.
L’intervento normativo, particolarmente significativo sul piano dei numeri (negli ultimi dieci anni, il concorso con più posti banditi ne prevedeva 370, e risaliva al 2011), si inserisce idealmente in un più ampio disegno di riforma dell’amministrazione della giustizia che, sul piano del personale, va letto in sinergia con le assunzioni programmate di 16.500 unità, a tempo determinato, nell’Ufficio per il processo (le cui prove si svolgeranno a breve).
È proprio in occasione di un convegno sull’Ufficio del Processo organizzato nei giorni scorsi dal Consiglio Superiore della Magistratura (registrazione video sul sito di Radio Radicale) che la Ministra della Giustizia Marta Cartabia e il vice presidente del CSM David Ermini hanno sottolineato, ancora una volta, l’importanza di un efficiente reclutamento delle risorse umane necessarie per il funzionamento degli uffici giudiziari, a partire dai magistrati.
Il vice Presidente Ermini (minuto 11:00) ha rimarcato l’urgenza di procedere allo svolgimento delle procedure concorsuali, alla luce dell’ingente numero scoperture nella pianta organica dei magistrati ordinari, che oggi «raggiunge le 1.300 unità».
La Ministra Cartabia (minuto 21:00), comunicando l’intenzione di chiedere un ulteriore aumento del ruolo in sede di manovra di bilancio, ha ricordato come il numero di magistrati in Italia sia «di gran lunga inferiore alle medie europee»; contestualmente, evidenziando il ruolo strategico delle nuove assunzioni, ha formulato l’auspicio che i posti attualmente messi a bando – sia nel concorso da 500 posti che in quello, già in atto, da 310 posti – possano essere effettivamente coperti da un congruo numero di candidati idonei.