ISSN 2704-8098
logo università degli studi di Milano logo università Bocconi
Con la collaborazione scientifica di

  Recensione  
07 Giugno 2024


A. Manna, A. Sereni, Manuale di diritto penale, parte generale, teoria e prassi, 2024

Presentazione dell'Opera



Il nuovo Manuale di diritto penale, parte generale, teoria e prassi, frutto della riflessione comune dei proff. Adelmo Manna e Andrea Sereni, è alla sua prima edizione ma, profondamente innovando nel solco della continuità, risulta anche l’erede del Corso di diritto penale, parte generale, scritto dal solo prof. Adelmo Manna, che invece era giunto, ormai, alla sua quinta edizione. L’impostazione liberale, laica e garantista dell’opera, evidentemente patrimonio ideale comune di entrambi gli Autori, risulta evidente tanto dal suo insieme, che dalle sue singole parti, formalmente attribuite all’uno o all’altro degli Autori stessi, e tuttavia riconducibili tutte ad una matrice comune, con omogeneità conseguente sia dello stile che dei contenuti.

Il manuale si presenta suddiviso in tre parti: la prima, dedicata alla teoria generale della legge penale, in cui, tra l’altro, si espongono le basi politico-criminali della materia, si approfondiscono i rapporti tra diritto penale e Costituzione e si affronta il delicato problema dell’interpretazione e della possibile vincolatività del precedente giurisprudenziale; la seconda, relativa alla teoria generale del reato, nella quale, con evidente intento garantista, si fa rientrare anche la punibilità con i suoi elementi e le sue vicende, con un ampio approfondimento sulla prescrizione e i suoi rapporti con l’ordinamento comunitario; la terza, concernente la teoria generale della pena, in cui emerge pure la grande sensibilità degli Autori nei confronti della controversa tematica delle misure di sicurezza, sia patrimoniali che personali.

Come appare anche alla grande attenzione dedicata alla chiarezza espositiva, si tratta di un testo rivolto innanzitutto agli studenti, per la preparazione universitaria della parte generale del diritto penale; ma non solo a loro. Nel metodo, infatti, l’opera si caratterizza per il felice intreccio dell’esposizione manualistica della materia con l’approfondimento e, soprattutto, l’illustrazione critica dei diversi istituti, per altro a volte accompagnata pure da una prospettiva de iure condendo, congeniale per una trattazione che, partendo da un’introduzione storica del diritto penale, giunge a interrogarsi sul futuro della stessa materia. Tali sue peculiari caratteristiche, quindi, rendono il manuale certamente appetibile anche per gli operatori pratici – che per altro, appunto nell’ottica di un connubio tra teoria e prassi, non mancheranno di cogliere i frequenti riferimenti al diritto processuale penale – e gli studiosi del diritto penale, che potranno fruirne ad un diverso livello di lettura, rispetto agli studenti universitari.

Nel merito, poi, l’opera si segnala positivamente per il suo completo aggiornamento, anche con riferimento alle importanti e numerose innovazioni introdotte dalla c.d. riforma Cartabia, e per la completezza dei suoi contenuti, da un punto di vista della normativa (pure ulteriore rispetto a quella meramente codicistica: si pensi, ad es., all’ampia trattazione dedicata alla responsabilità da reato degli enti, alla procreazione medicalmente assistita e alla maternità surrogata, alle misure di prevenzione, al diritto penale internazionale, etc.), della giurisprudenza - non solo della Corte costituzionale e della Cassazione, specie a Sezioni Unite, ma anche della Corte EDU e della Corte di Giustizia UE - e dei contributi dottrinari, sino ai più recenti, ai quali opportunamente si rinvia per specifici approfondimenti ulteriori.

Sempre da un punto di vista della completezza, infine, risulta notevole la parte dell’opera dedicata al sistema sanzionatorio e, in particolare, a quello carcerario, visto sempre nell’ottica dell’extrema ratio, per cui la stessa, pur non avendo la pretesa di sostituire gli appositi manuali di diritto penitenziario, anche nella prospettiva accolta dalla succitata riforma, non tratta la questione della pena, della sua ragione d’essere, della sua commisurazione in senso stretto e lato (circostanze del reato), della sua esecuzione e delle sue alternative come una parte secondaria o, comunque, distinta del diritto penale, ma come un insieme organico di uguale dignità didattica, applicativa e scientifica. Proprio per questa ragione, la giusta importanza è concessa anche alla trattazione della giustizia riparativa che, finalmente, a partire dal d.lgs. n. 150/2022, è entrata a far parte a pieno titolo anche del nostro ordinamento penale, a livello sia sostanziale che processuale e penitenziario, e che, almeno secondo gli auspici formulati dagli Autori, non mancherà di essere implementata soprattutto dal legislatore futuro.