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  Nota a sentenza  
29 Gennaio 2021


Diffamazione e pena detentiva: in attesa del legislatore, dalla Cassazione nuovi spunti sul difficile equilibrio fra libertà di manifestazione del pensiero e tutela della reputazione

Nota a Cass., Sez. V, sent. 9 luglio 2020 (dep. 22 settembre 2020), n. 26509, Pres. Vessichelli, est. Borrelli



Abstract. La sentenza in oggetto, relativa ad un caso di diffamazione commessa dal direttore di una testata giornalistica, delinea alcuni punti fermi nel difficile percorso di individuazione di una soluzione all’antinomia fra libertà di espressione, da una parte, e protezione dell’onore individuale, dall’altra. La Cassazione, sulla scia della giurisprudenza della Corte EDU e della recente pronuncia della Corte costituzionale, ha annullato la sentenza impugnata quanto al trattamento sanzionatorio, ritenendo la pena della reclusione sproporzionata nei casi di offese alla reputazione, per la ragione che una tale sanzione rischia di avere un effetto dissuasivo sull’attività giornalistica. In attesa di un intervento del legislatore, cui è stato affidato dalla Consulta l’arduo compito di dirimere il conflitto attraverso una compiuta riforma del delitto di diffamazione, la sentenza in esame consente di svolgere alcune riflessioni in prospettiva di riforma.

SOMMARIO: 1. I fatti. – 2. La libertà di manifestazione del pensiero nel dialogo fra Corti. – 3. La libertà di espressione fra giustificazione e fatto tipico. – 4. Conclusioni: quale futuro per la tutela dell’onore.

* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.