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20 Agosto 2025


55 i suicidi in carcere da gennaio: l'emergenza continua (tra le polemiche estive)


C'è un contatore che fa male, come un pugno nello stomaco. E' quello dei suicidi nelle carceri italiane. Sono già 55 quest'anno. Tra questi, pochi giorni fa, a Treviso, quello di un ragazzo di soli 17 anni. Nel 2019 i suicidi in carcere erano stati 54: uno in meno di quelli registrati quest'anno a Ferragosto. Il contatore dei suicidi, aggiornato in tempo reale, è disponibile sul sito di Ristretti orizzonti a questo link. Una meritoria iniziativa di sensibilizzazione si deve anche all'Unione delle Camere Penali Italiane, che ha pubblicato il tragico elenco qui riportato in allegato e reperibile anche a questo link.

I report statistici e gli studi non mancano. Tra i più recenti, quello di Antigone (clicca qui) e quello del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che qui alleghiamo. La pubblicazione di quest'ultimo report ha suscitato la reazione del Ministero della Giustizia, che con un comunicato dello scorso 11 agosto ha negato l'esistenza di un "allarme" legato ai suicidi, smentendo il Garante. Questi, a sua volta, a seguito del comunicato del Ministero ha ritenuto di pubblicare il giorno stesso una precisazione, smentendo l'esistenza di un "allarme" suicidi (clicca qui per la nota del Garante).

La Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane, con il suo Osservatorio carcere, ha pubblicato sulla vicenda un comunicato critico. Anche il Presidente di Antigone, Prof. Patrizio Gonnella, si è espresso in senso fortemente critico rispetto al tentativo di negare un'evidente emergenza, che prosegue dopo l'anno record dei suicidi in carcere, nel 2024. Un'emergenza ricordata nel messaggio di fine anno dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da un documento congiunto dell'Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale e dell'Associazione tra gli Studiosi del Processo Penale "G. D. Pisapia",

Nel suo messaggio di fine anno il Presidente Mattarella ha richiamato al "rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili". La Corte costituzionale, nella recente sentenza n. 139/2025, depositata il 29 luglio (rel. Viganò), ha  sottolineato quanto sia "essenziale che la pena detentiva sia eseguita in...condizioni rispettose della dignità della persona e del principio di umanità della pena. Condizioni, queste, che è preciso dovere del legislatore e dell’amministrazione penitenziaria assicurare, con riguardo a tutti coloro che si trovano, oggi, nelle carceri italiane". Anche a coloro, aggiungiamo, che decidono di porre fine alla propria vita mentre sono ristretti in carcere.

Non si tratta di attribuire responsabilità al Governo pro tempore: si tratta di affrontare e risolvere, responsabilmente, un'emergenza che non può essere negata o minimizzata. Come ha osservato il Presidente Mattarella, il numero dei suicidi è indice di condizioni inammissibili. Tra queste, quella del sovraffollamento delle carceri, che il Ministro Nordio ha tuttavia pubblicamente inquadrato come problema diverso e non correlato, dichiarando tra l'altro in una intervista al Corriere della Sera, lo scorso 17 luglio, che "paradossalmente il sovraffollamento è una forma di controllo: alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella". Eppure proprio il Garante nazionale dei detenuti, nominato su proposta del Ministro Nordio, nel suo report sui suicidi di fine 2024 aveva sottolineato la correlazione statistica tra l'incidenza percentuale dei suicidi, nei diversi istituti, e il tasso di sovraffollamento. A pagina 20 di quel report - che allo stato non risulta smentito - si legge quanto segue: "Un’ultima, breve, nota riguarda l’impatto del sovraffollamento sull’andamento degli eventi critici. Secondo l’analisi comparativa riportata nella tabella – relativa agli eventi critici di maggiore rilievo, è ipotizzabile che all’aumentare del sovraffollamento si possa associare un incremento degli stessi, in particolare di quegli eventi critici che, più di altri, sono espressione del disagio detentivo, quali atti di aggressione, autolesionismo, suicidi, tentativi di suicidio, omicidio, manifestazione di protesta collettiva, aggressioni fisiche al personale di Polizia Penitenziaria e al personale amministrativo". Dei 54 istituti in cui si sono verificati suicidi, nel 2024, 51 registravano infatti un indice di sovraffollamento superiore a 100.

Pubblichiamo queste righe, in pieno agosto, non per alimentare polemiche, ma per riassumere i termini di un dibattito agostano che a molti può essere sfuggito e, soprattutto, per richiamare l'attenzione di tutti su un'emergenza intollerabile, scolpita nell'elenco dei 55 suicidi da gennaio a Ferragosto.

(Gian Luigi Gatta)