ISSN 2704-8098
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  Articolo  
31 Gennaio 2020


Zone franche e infiltrazioni criminali: una sfida globale tra modelli interni virtuosi e recenti standard di tutela sovranazionali


Abstract. Negli ultimi decenni, sempre più Stati hanno perseguito lo scopo di promuovere la crescita economica mediante l’istituzione di “zone franche”. La comunità internazionale ha, peraltro, progressivamente preso coscienza dei significativi rischi per la sicurezza che derivano da tali territori. Alcune free trade zones hanno, infatti, costituito terreno fertile per gruppi criminali, i quali hanno sfruttato la presenza di minori controlli doganali per sviluppare i loro traffici delittuosi. Il presente articolo ha l’obiettivo di indagare questo “volto oscuro” delle free zones lungo tre direttici diverse. Nella prima parte, si compirà una ricostruzione di sintesi degli studi nei quali è stato denunciato il pericolo del radicarsi di fenomeni malavitosi nelle zone franche. La seconda ha ad oggetto il panorama italiano: si utilizzerà la complessa e tralatizia realtà del porto franco di Trieste, al fine di verificare se l’ordinamento nostrano sia, dal canto suo, del tutto al riparo da criticità di tal tipo. L’ultima parte si concentrerà, infine, sui più recenti atti, adottati a livello sovranazionale, a seguito della progressiva presa di coscienza circa i problemi per la sicurezza europea (e non solo) che affliggono le free trade zones.

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. La progressiva presa di coscienza di un problema globale. – 3. Un esempio italiano: prevenzione e repressione dei reati nel porto franco di Trieste. – 4. Segue. Il complesso regime giuridico dello scalo giuliano. – 5. Segue. Disorientamenti esegetici in punto di esistenza di un limite alla giurisdizione italiana nel porto franco di Trieste. – 6. Segue. Le iniziative virtuose più recenti di contrasto alla criminalità nello scalo giuliano. – 7. La reazione sovranazionale all’emersione del problema delle infiltrazioni criminali nelle zone franche. – 8. Riflessioni conclusive.

 

* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.