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02 Luglio 2025


Materia penale e ne bis in idem

Atti della tavola rotonda del 4 aprile 2025, Master in Diritto Penale d’Impresa (LUISS), 4 aprile 2025



Pubblichiamo di seguito l'introduzione del prof. Antonio Gullo e le relazioni dei proff. Luca Masera, Andrea Francesco TripodiPaolo Troisi presentate alla tavola rotonda "Materia penale e ne bis in idem" organizzata nell’ambito del Master in Diritto Penale d’Impresa (LUISS) lo scorso 4 aprile 2025. 

In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, le relazioni, qui pubblicate in anteprima, sono state sottoposte in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.

 

A. Gullo, Materia penale e ne bis in idem: un’introduzione

Abstract. È noto che l’emersione della matière pénale, quale categoria autonoma di derivazione sovranazionale, ha condotto a una estensione delle garanzie penalistiche anche a illeciti aventi formalmente natura diversa. In questo percorso evolutivo, un approfondimento circa la compatibilità con i diritti fondamentali si è imposto anche per i sistemi a doppio binario, fortemente indiziati di violare il ne bis in idem. Il contributo, introduttivo alle relazioni presentate in occasione della tavola rotonda organizzata nell’ambito del master LUISS in diritto penale d’impresa, si propone quindi di analizzare brevemente le tappe di tale dibattito, adottando la necessaria prospettiva della materia penale e ripercorrendo i temi trattati nei diversi interventi. Sulla scia del primo saggio, ci si concentra quindi sull’assorbente rilevanza assunta dalla funzione della sanzione nella giurisprudenza costituzionale, illustrando come la Corte abbia impiegato il secondo criterio Engel per determinare, in senso restrittivo, l’appartenenza di misure afflittive alla materia penale. Prendendo poi le mosse dal secondo contributo, si analizza più da vicino l’evoluzione della giurisprudenza CEDU sul ne bis in idem, che almeno a partire da A e B c. Norvegia sembra aver spostato i termini della questione sulla proporzionalità complessiva della risposta sanzionatoria. Una rivitalizzazione del lato processuale della garanzia si ritrova invece nell’ultimo arresto della Corte costituzionale sulla questione, dal quale prende le mosse il terzo intervento qui pubblicato, che si concentra dunque sulle implicazioni del diritto all’unicità della persecuzione anche in una prospettiva infra-sistematica.

SOMMARIO: 1. L’impatto della matière pénale sui sistemi a doppio binario. – 2. Le stagioni del ne bis in idem. – 3. La proporzionalità della sanzione complessiva. – 4. La diversa tipizzazione delle fattispecie. Una possibile alternativa?

 

L. Masera, I criteri Engel alla prova della prassi interna. La necessità di maggiore chiarezza sistematica nell’elaborazione della nozione costituzionale di matière pénale

Abstract. Prendendo spunto dall’analisi di due recenti decisioni della Corte costituzionale relative alla definizione della nozione di matière pénale, il lavoro si interroga su quali siano i criteri davvero decisivi per la riconduzione di misure formalmente non penali all’interno di tale nozione, ed individua alcuni aspetti su cui sarebbe opportuno un intervento chiarificatore della Corte.

SOMMARIO: 1. Introduzione: l’adozione dei criteri Engel da parte della Corte costituzionale e i problemi relativi alla loro concreta implementazione. – 2. La sentenza n. 148/2022 e la natura non punitiva delle misure previste a carico del consumatore di stupefacenti. – 3. La sentenza n. 169/2023 e la natura non penale di un’ipotesi di revoca delle prestazioni sociali ai soggetti condannati per reati di particolare gravità. – 4. I criteri Engel alla prova della prassi. – 4.1. Il secondo criterio Engel e la discutibile negazione della finalità punitiva di una misura afflittiva. – 4.2. Il terzo criterio Engel e la sua natura sussidiaria, più che realmente alternativa, rispetto al criterio della finalità punitiva. – 5. Conclusioni: i punti che necessitano una precisazione da parte della giurisprudenza costituzionale.

 

A.F. Tripodi, Doppio binario sanzionatorio: lunga vita o destino segnato? 

Abstract. Il lavoro analizza l’attuale condizione del modello sanzionatorio “a doppio binario”, per come definita dal vigente statuto del ne bis in idem europeo, interrogandosi infine sugli scenari futuribili.

SOMMARIO: 1. Considerazioni introduttive. – 2. L’odierno statuto del ne bis in idem europeo e la sua “filosofia” di fondo. – 3. Il processo di adeguamento del sistema interno. – 4. L’attuale situazione di impasse e gli ultimi interventi legislativi. – 5. La sorgente del problema e il range delle azioni risolutive.

 

P. Troisi, I doppi binari punitivi nel prisma del ne bis in idem processuale 

AbstractSeppur manipolato da una oramai monolitica prassi sovranazionale, che vi ha innestato presupposti ed esiti (il c.d. close connection test) estranei alla sua classica fisionomia, il ne bis in idem, trapiantato nel comparto dei doppi binari, non ha smarrito la natura di garanzia processuale a presidio del diritto individuale alla “unicità” della persecuzione penale. Alla base dei requisiti di connessione sostanziale e temporale, coniati a livello convenzionale ed euro-unitario, si staglia, infatti, la necessità di assicurare al soggetto di non essere esposto a plurimi procedimenti punitivi per il medesimo fatto; obiettivo, questo, avvalorato anche dai più maturi approdi della giurisprudenza costituzionale. Numerosi restano, tuttavia, gli interrogativi attinenti alla morfologia operativa del congegno, la cui messa a punto si inscrive in uno scenario dominato da incertezze, disarmonie e contraddizioni, tuttora affidato alle fluide dinamiche del law in action.

SOMMARIO: 1. Divieto di secondo giudizio e doppi binari punitivi: una relazione controversa. – 2. Matrice assiologica: dalla certezza degli esiti processuali al diritto alla “unicità” della persecuzione penale. – 3. Morfologia: l’improcedibilità del procedimento in idem. – 4. Segue: il favor rei. – 5. La trasposizione sul versante dei doppi binari: il close connection test. – 6. La (affrettata) virata verso la “proporzionalità”. – 7. La riaffermata dimensione processuale. – 8. Questioni aperte.