Abstract dei contenuti (a cura di Maria Chiara Ubiali)
Con l'autorizzazione dell'editore Giuffrè Francis Lefebvre anticipiamo di seguito gli abstract dei lavori pubblicati nell'ultimo numero della Rivista italiana di diritto e procedura penale (n. 3/2021).
DOTTRINA
ARTICOLI
Seminara S., Sul “dogma” dell’unità del reato concorsuale, p. 789 ss.
Per lungo tempo si è insistito in dottrina sull’unitarietà del reato concorsuale, presentata come un dogma senza che ne fossero chiari né i presupposti e neppure i contenuti. Ancora oggi la giurisprudenza talvolta afferma l’esigenza dell’unità del reato concorsuale, del quale tutti i concorrenti sono chiamati a rispondere anche se rispetto ad alcuni di essi potrebbero configurarsi differenti paradigmi normativi. Il presente lavoro si propone di indagare sulle ascendenze del principio e di coglierne i reali contenuti, dimostrando che esso, semmai sia esistito, comunque deve essere abbandonato.
Eusebi L., La pena tra necessità di strategie preventive e nuovi modelli di risposta al reato, p. 823 ss.
Il contributo analizza criticamente i motivi che non hanno consentito, finora, di estendere la gamma delle pene principali previste nel codice penale italiano. In ciò si ravvisa, evidenziandone l’inadeguatezza sul piano preventivo, l’ancoramento persistente a una visione del punire in termini di corrispettività rispetto al fatto colpevole. Da cui la proposta di un modello sanzionatorio avente, invece, carattere progettuale, che implichi l’introduzione della pena prescrittiva ma influenzi anche le pene tradizionali: così da favorire nuove modalità della prevenzione, per esempio con riguardo ai reati colposi. Su questa base, viene presa in esame la legge delega n. 134/2021, laddove ridefinisce le modalità sostitutive della pena in sede di condanna, utilizzando tuttavia soltanto sanzioni pur sempre determinabili in modo aritmetico ed escludendo, pertanto, la prospettata ricomprensione davvero innovativa, fra di esse, dell’affidamento in prova al servizio sociale. Sebbene con l’aggiunta di un’importante apertura, da concretizzare, al rilievo dei percorsi di giustizia riparativa.
Di Giovine O., Delitto senza castigo? Il bisogno di pena tra motivazioni razionali ed istinti emotivi, p. 855 ss.
La letteratura criminologica c.d. revisionista del secolo scorso ha denunciato che la presunzione di eguale libertà dei destinatari del precetto penale ridonda a scapito degli individui più svantaggiati dal contesto economico, sociale, familiare (oltre che dalla biologia). Tale consapevolezza rende difficile il disingaggio morale del giurista contemporaneo, spingendolo a cercare soluzioni che mitighino tale ingiustizia, allentando o addirittura elidendo il nesso tra delitto e castigo. Sarebbe tuttavia un errore sottovalutare il c.d. “bisogno di pena” delle vittime e della società, che rappresenta il principale ostacolo sulla strada delle riforme del sistema sanzionatorio.
Falcinelli D., Elogio della inesigibilità. Le scusanti come metodo di scrittura costituzionale dell’illecito penale, p. 895 ss.
L’operatività dell’analogia “favorevole” in campo penale è questione da sempre dibattuta, ed una recente sentenza delle Sezioni unite ha rinvigorito la vitalità della discussione immettendovi spunti per approfondire le traiettorie dell’inesigibilità ed interrogarsi sull’unità della categoria delle fattispecie scusanti. L’obiettivo della presente ricerca si disegna seguendo questo tracciato: è verificare se siano distinguibili diverse forme di tipicità scusante e diversi effetti strutturali dell’inesigibilità “non rimproverabile”, avvalendosi di un metodo scientifico interdisciplinare che consente l’incontro tra la scienza di settore e paradigmi scientifici extrapenali. I quadri di realtà umana e giuridica che ne fuoriescono diventano così la premessa per una nuova riflessione sull’identità dell’interpretazione analogica e su di un suo plausibile ruolo sistematico.
Falato F., La crisi del sistema tradizionale di verificazione del fatto. Tra logica ed esperienza, p. 949 ss.
Lo studio ha l’obiettivo di chiarire in che modo, con quali regole e quando e in che misura, rispetto al sistema legale di prova, il contributo personologico, privato del giudice può incidere nel giudizio, che non è libero, essendo guidato da regole di comportamento e da principi euristici che condizionano la contesa tra fatto e fattispecie, che il giudice è chiamato a sciogliere.
Omodei R.E., Il traffico di beni culturali: un caso studio delle distorsioni e dei limiti nel contrasto ai traffici illeciti, p. 975 ss.
La normativa penale italiana di contrasto al traffico di beni culturali presenta ad oggi diversi profili di criticità, a fronte del prosperare del fenomeno delittuoso e dell’indiscutibile rilievo costituzionale del bene protetto. La revisione della disciplina, per quanto necessaria, non può però assumere i contenuti della proposta di riforma attualmente pendente in Senato. Infatti, questa, come accade nel caso degli altri commerci illegali, risente eccessivamente dell’influenza della normativa in tema di organizzazioni criminali, presentandosi come una mera appendice della stessa. L’A. in questo contributo, dopo aver ricostruito la disciplina penale di riferimento, evidenzia piuttosto l’esigenza di valorizzare una politica legislativa capace di fronteggiare il fenomeno criminale in questione al di fuori del classico schema di contrasto alla criminalità organizzata, integrando l’azione del diritto penale con gli altri strumenti deterrenti a disposizione dell’ordinamento.
Caroli P., Testa o croce o testa e croce? La prassi applicativa del dolo alternativo in Germania e Italia, p. 1023 ss.
L’A. effettua un lavoro di comparazione fra Italia e Germania in relazione all’istituto del dolo alternativo, ricostruendo i dibattitti dottrinali e le prassi applicative dei due Paesi. In particolare, l’articolo analizza criticamente una sentenza del gennaio 2021, che costituisce la prima presa di posizione del Bundesgerichtshof tedesco al riguardo. In tale caso, relativo a una condotta indirizzata alternativamente nei confronti di due persone, è stato riconosciuto un concorso formale fra la lesione consumata nei confronti dell’una e quella tentata nei confronti dell’altra, ravvisando la presenza di due doli — relativi alle due potenziali persone offese alternative — non vicendevolmente escludentisi. L’A. si concentra poi sulla prassi applicativa italiana, dove il dolo alternativo svolge una funzione in parte diversa, in ragione dell’asserita incompatibilità, nel nostro ordinamento, fra tentativo e dolo eventuale. Si riflette infine sul potenziale spazio applicativo del dolo alternativo alla luce del principio di colpevolezza.
Note a sentenza
Tigano V., Il delitto di surrogazione di maternità come limite di ordine pubblico al riconoscimento dei provvedimenti stranieri in materia di status filiationis, p. 1043 ss.
Prendendo le mosse dall’analisi della sentenza costituzionale n. 33/2021, il contributo si focalizza sulla questione degli interessi giuridici tutelati dal delitto di realizzazione della surrogazione di maternità, previsto dall’art. 12, comma 6, della legge n. 40/2004, al fine di valutare se esso possa effettivamente rappresentare un limite di ordine pubblico alla trascrizione dei provvedimenti stranieri attestanti la genitorialità di intenzione.
Prandi S., Le Sezioni Unite sul limite temporale ultimo della confisca allargata disposta in sede esecutiva, p. 1071 ss.
Di recente, le Sezioni Unite sono state chiamate a dirimere il contrasto insorto relativamente all’individuazione del confine temporale ultimo della c.d. confisca allargata, ex art. 240-bis c.p., ove questa sia disposta in sede esecutiva. Accogliendo l’orientamento più garantista, che limita al momento della sentenza di condanna — e non a quello dell’irrevocabilità della stessa — l’individuazione dei beni suscettibili di essere confiscati, la decisione in commento rappresenta una tappa ulteriore nel percorso di delimitazione temporale della misura messo in atto dalla giurisprudenza di legittimità e costituzionale: con una motivazione che evidenzia plurimi argomenti a sostegno della tesi accolta, la recente pronuncia contribuisce alla virtuosa e progressiva escalation di tutele volta a rendere tale istituto coerente rispetto alla funzione ad esso riconosciuta, ai valori costituzionali accolti dall’ordinamento, nonché alla lettura sovranazionale del diritto di proprietà e delle sue limitazioni.
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Tra gli ulteriori contributi presenti nel fascicolo della Rivista, oltre alle consuete rassegne di giurisprudenza costituzionale e di giustizia penale sovranazionale, si segnalano, nella Rassegna bibliografica, le recensioni delle seguenti monografie:
Cornacchia L., Responsabilità penale negli organi collegiali. Il reato funzionalmente plurisoggettivo, G. Giappichelli Editore, Torino, 2021, pp. 219. (Gabriele Civello)
Gianniti P. (a cura di), Il metodo comparativo nello studio della struttura del reato, Aracne, Roma, 2021, pp. 620. (Francesca Vitarelli)
Mazzola R., Componere. Offesa e riconciliazione nell’ordinamento vendicatorio, Giuffrè Francis Lefebvre, Milano, 2020, pp. 163. (Cosimo Nicolini Coen)