Abstract. Il presente contributo si propone di indagare le pronunce più recenti in materia di mafie delocalizzate e di mafie “atipiche”, ovverosia mafie straniere operanti in Italia e mafie autoctone, cercando di far emergere il differente (ed ingiustificato) approccio adottato dai giudici in tema di esteriorizzazione del metodo mafioso. Il necessario rispetto dei principi di offensività, materialità e proporzionalità della pena induce l’autore a sollecitare, in particolare con riferimento alle mafie delocalizzate e a dettato normativo invariato, un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite, che risolva una volta per tutte questo controverso tema, ennesima manifestazione di quel fenomeno di “processualizzazione delle categorie sostanziali” fonte di incertezze applicative.
SOMMARIO: 1. Il dato letterale dell’art. 416-bis: l’“avvalersi” della forza di intimidazione e le due ricostruzioni del reato associativo mafioso. – 2. L’esteriorizzazione del metodo mafioso nelle mafie delocalizzate: i due tentativi di composizione del contrasto interpretativo. – 2.1. Cass. n. 47538/2022: la locale operante in territorio romano. – 2.2. Cass. n. 17511/2024: la locale operante in territorio trentino. – 3. L’esteriorizzazione del metodo mafioso nelle “mafie atipiche”: la mafia straniera e le mafie autoctone. – 3.1. Cass. n. 14444/2023: la “locale” nigeriana. – 3.2. Cass. n. 2159/2023: la mafia autoctona dei Casamonica. – 4. Rilievi conclusivi: la “processualizzazione delle categorie sostanziali”.
*In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.