"Se chi indaga o giudica in materia di crimini internazionali viene sanzionato e le istituzioni europee restano in silenzio, a sgretolarsi non è soltanto la giustizia internazionale: è la credibilità dell’Europa come spazio nel quale il diritto viene garantito"
Pubblichiamo di seguito, per l'interesse, una lettera aperta trasmessa alla Presidente del Parlamento UE da oltre quattrocento avvocati, professori e magistrati europei. La lettera (vedi in calce i primi firmatari e, in allegato, l'elenco completo), è aperta ad ulteriori sottoscrizioni e si riferisce all'adozione, da parte degli Stati Uniti, di sanzioni nei confronti di giudici e procuratori della Corte Penale Internazionale, imposte per l’esercizio delle loro funzioni nel perseguire i responsabili di crimini internazionali.
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Egregia Presidente Metsola,
Egregi Vicepresidenti e Questori,
gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ai magistrati della Corte penale internazionale che hanno emesso il mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Con queste misure, sono stati inseriti nella stessa blacklist che comprende individui associati al terrorismo.
Si tratta di provvedimenti unilaterali e punitivi, la cui unica origine è la ritorsione contro una decisione giurisdizionale. Le conseguenze sono immediate e gravi. Tra l’altro, a causa dell'interconnessione tra banche americane ed europee, i magistrati colpiti dalle misure ritorsive non possono più utilizzare carte di credito e le possibilità di effettuare bonifici sono fortemente limitate. Inoltre, la quasi totalità dei servizi digitali è loro inaccessibile, essendo questi per lo più statunitensi. La loro vita quotidiana risulta così profondamente compromessa.
Si tratta di una vicenda inaudita per gravità, ma finora le istituzioni europee hanno mantenuto il silenzio.
Tutti gli Stati membri dell'Unione hanno ratificato lo Statuto di Roma, che è il presupposto della giurisdizione della Corte penale internazionale. È qui però in gioco un valore fondativo dell'identità europea: l'autonomia e l’indipendenza della funzione giurisdizionale sono il fondamento dello Stato di diritto, parametro essenziale delle nostre democrazie.
A prescindere dall’opinione che ciascuno può avere sul contenuto del mandato di arresto, è necessario prendere atto dell’intollerabile clima di intimidazione generato dalle misure ritorsive nei confronti della CPI, che rischia di incidere profondamente sull’operatività della Corte e sull’indipendenza dei magistrati, ben oltre il caso specifico. Gli altri magistrati della CPI vengono avvisati che, in caso di decisioni sgradite, potrebbero essere chiamati a pagare un prezzo a titolo personale. Se chi indaga o giudica in materia di crimini internazionali viene sanzionato e le istituzioni europee restano in silenzio, a sgretolarsi non è soltanto la giustizia internazionale: è la credibilità dell’Europa come spazio nel quale il diritto viene garantito.
Per queste ragioni, chiediamo che le istituzioni europee adottino con urgenza tutte le misure necessarie per tutelare l’indipendenza dei magistrati della Corte penale internazionale e per garantire che nessuna forma di rappresaglia contro l’esercizio della funzione giurisdizionale resti senza risposta.
Primi firmatari:
Alessandro Gamberini, Avvocato, Università di Bologna Emanuela Fronza, Università di Bologna Françoise Tulkens, Professor Emeritus, Université de Louvain Adan Nieto, Universidad de Castilla-La Mancha Luis Arroyo Zapatero, Universidad de Castilla-La Mancha- Luis Arroyo Zapatero, President of Société Internationale de Défense Sociale Nicolò Bussolati, Avvocato, StraLi Angelo Stirone, Avvocato, YICL Salvatore Tesoriero, Avvocato Raffaele Piccirillo, Magistrato, Corte di Cassazione Valeria Bolici, Magistrato, Tribunale di Bologna Luca d'Ambrosio, Avvocato, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne Manuel Cancio Melià, Universidad Autónoma de Madrid Florian Jeßberger, Humboldt-Universität zu Berlin Gerhard Werle, Humboldt-Universität zu Berlin William Schabas, Middlesex University of London Francesco Palazzo, Professore Emerito, Università di Firenze, Geneviève Giudicelli-Delage, Professeure émérite, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, Sergey Vasiliev, Open University, Claus Kreß, Universität zu Köln, Micaela Frulli, Università di Firenze, Paola Gaeta, Geneva Graduate Institute, Salvatore Zappalà, Università degli Studi di Catania, Silvia Allegrezza, University of Luxembourg, Anna Maria Maugeri, Università di Catania, Francesco Parisi, Università di Palermo, Shane Darcy, University of Galway, Irish Centre for Human Rights, Pasquale De Sena, Università di Palermo, Marco Pedrazzi, Università degli Studi di Milano, Alice Riccardi, Università Roma Tre, Alessandra Annoni, Università degli studi di Ferrara, Carola Lingaas, VID Specialised University, Gabriele Della Morte, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Fannie Lafontaine, Université Laval, Massimo Starita, Università di Palermo, Paolo Palchetti, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, Antonio Vallini, Università di Pisa, Elena Maculan, Universidad Nacional de Educación a Distancia Madrid, Mattia Pinto, University of York, CAHR, Elisabeth van Sliedregt, Tilburg University, Luigi Prosperi, Universiteit Utrecht, Paolo Caroli, Università di Torino, Kevin Mariat, Université Jean Moulin Lyon 3, Aziz Epik, Universität Hamburg, Alberto di Martino, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Robert Roth, University of Geneva, Juliette Tricot, Université Paris Nanterre, Alicia Gil Gil, Universidad Nacional de Educación a Distancia Madrid, Julia Geneuss, Universität Potsdam, Leonie Steinl, Universität Münster, Xavier Pin, Université Jean Moulin Lyon 3, Ignazio Berdugo Gómez de la Torre, Universidad de Salamanca, José Luis de la Cuesta, President of International Association of Penal Law (AIDP-IAPL).