Abstract. La drammatica emergenza sanitaria da Covid-19 attualizza il tema del rapporto tra crisi di impresa e reati fiscali quando interviene un evento esterno che impone all’imprenditore di dover scegliere tra il pagamento delle imposte piuttosto che di altri fattori della produzione in una prospettiva di continuità aziendale. Il delitto di omesso versamento di IVA presidia l’efficacia della riscossione di un tributo di rilevanza europea per cui si rende necessario applicare l’autonoma nozione di forza maggiore elaborata dalla CGUE che – a differenza di quella interna definibile come vis maior cui resisti non potest – scrimina anche la condotta dell’agente a cui residua una discrezionalità nell’azione che però comporta sacrifici eccessivi. L’incidenza dei principi di diritto europei sull’armonizzazione della parte generale del sistema punitivo nazionale dovrebbe quindi sollecitare il giudice comune o ad un’interpretazione conforme ovvero alla sollevazione di una questione di costituzionalità.
SOMMARIO. 1. Premessa: le ripercussioni sulla riscossione dei tributi nell’inedita crisi economico-finanziaria derivante dal lockdown. – 2. I delitti di omesso versamento di imposte. – 2.1. L’esimente di causa di forza maggiore nei reati omissivi tributari. – 2.2. Una nozione di causa di forza maggiore europea? – 2.3. L’incidenza dei principi di diritto elaborati dalla Corte UE sull’armonizzazione dei sistemi punitivi nazionali. – 3. Riflessioni sparse sulle sanzioni penali tributarie sproporzionate per eccesso. – 4. Conclusioni: interpretazione dell’esimente conforme al diritto eurounitario o eccezione di costituzionalità?
* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.