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  Notizie  
09 Febbraio 2023


Regime ostativo e misure alternative: la Corte costituzionale restituisce gli atti ai giudici rimettenti (comunicato stampa)

Ufficio stampa della Corte costituzionale, comunicato dell'8 febbraio 2023



Diamo immediata notizia ai lettori, per la rilevanza, del comunicato stampa con cui la Corte costituzionale informa della decisione assunta all'esito della camera di consiglio odierna a proposito delle questioni, sollevate dal Tribunale di sorveglianza di Perugia e dal Magistrato di sorveglianza di Avellino, in merito al regime ostativo e, in particolare, al primo comma dell'art. 4 bis nella parte in cui, in caso di condanna per delitti ostativi (ma non di stampo mafioso), non consente al detenuto non collaborante di essere ammesso alle misure alternative alla detenzione. 

 

Riportiamo di seguito il testo del comunicato

"La Corte costituzionale ha esaminato oggi, in camera di consiglio, le questioni di legittimità costituzionale, sollevate dal Tribunale di sorveglianza di Perugia e dal Magistrato di sorveglianza di Avellino, sul cosiddetto regime ostativo.

Oggetto di scrutinio è l’art. 4-bis, primo comma, della legge di ordinamento penitenziario, nella parte in cui, in caso di condanna per delitti diversi da quelli di contesto mafioso, ma pur sempre “ostativi”, non consente al detenuto che non abbia utilmente collaborato con la giustizia di essere ammesso alle misure alternative alla detenzione.

Si trattava rispettivamente, nei due casi, della richiesta di accedere all’affidamento in prova al servizio sociale e alla semilibertà.

In attesa del deposito dell’ordinanza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte costituzionale ha deciso di restituire gli atti ai giudici a quibus, a seguito dell’entrata in vigore del decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, convertito, con modificazioni, nella legge 30 dicembre 2022, n. 199, che contiene, fra l’altro, misure urgenti nella materia in esame. Le nuove disposizioni, infatti, incidono immediatamente sul nucleo essenziale delle questioni sollevate dalle ordinanze di rimessione, trasformando da assoluta in relativa la presunzione di pericolosità che impedisce la concessione dei benefici penitenziari e delle misure alternative alla detenzione a favore di tutti i condannati per reati cosiddetti “ostativi”, che non hanno collaborato con la giustizia.

Costoro sono ora ammessi a chiedere i benefici, sebbene in presenza di nuove, stringenti e concomitanti condizioni, diversificate a seconda dei reati che vengono in rilievo.

Le regole del processo costituzionale impongono la restituzione degli atti ai giudici rimettenti, cui spetta verificare gli effetti della normativa sopravvenuta sulla rilevanza delle questioni sollevate, nonché procedere a una nuova valutazione della loro non manifesta infondatezza". 

(G.M.)