Presentazione
Per gentile ospitalità della rivista Sistema Penale si pubblicano qui i contributi prodotti da un gruppo di ricerca sul tema: La “nuova” legalità e il ruolo della Corte di Cassazione. Il gruppo, composto da universitari, magistrati ed avvocati (Roberto Bartoli, Alessandra Bassi, Angelo Caputo, Giorgio Fidelbo, Vincenzo Maiello, Francesco Palazzo, Francesco Petrelli, Massimo Vogliotti), è stato costituito presso il Dipartimento d’eccellenza di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze con un duplice obiettivo: produrre materiale preparatorio di un prossimo Convegno sul tema ed organizzare il Convegno stesso, già fissato per il 27 marzo prossimo a Firenze - e ora rinviato a data da destinarsi in ottemperanza al DPCM 4 marzo 2020 (Misure per il contenimento del virus COVID-19) - secondo un programma che pure viene qui pubblicato anticipatamente.
È un dato di fatto incontestabile che le caratteristiche del sistema giuridico, ivi compreso il diritto penale, sono fortemente mutate a seguito della perdita di centralità della legge, se non dal punto di vista quantitativo della sua presenza nell’ordinamento, certamente da quello qualitativo del suo ruolo nell’orientamento dei consociati e nella formazione della decisione giudiziaria. Nell’area del diritto penale, ovviamente, la trasformazione dei rapporti tra legge e cittadino e tra legge e interprete, e segnatamente l’interprete-giudice, viene a mettere in crisi i più consolidati e tipici principi propri di questa materia. Ne conseguono tensioni acute e spesso radicali tra posizioni “conservatrici”, che avvertono tutto ciò come un pernicioso regresso illiberale, e posizioni “progressiste”, che vi vedono la smitizzazione di vecchi totem a vantaggio di un’applicazione del diritto (anche penale) più prossimo alla concretezza del fatto.
Nel presupposto che si tratti di fenomeno non certo transeunte, almeno allo stato attuale, va prendendo piede un orientamento tanto realistico quanto sensibile all’esigenza che, nel nuovo paradigma della giuridicità, non vadano però disperse le tradizionali garanzie del diritto penale. In questa prospettiva si può parlare di una nuova legalità, volendo con ciò fare riferimento al tentativo di costruire strumenti più o meno inediti di garanzia conformati sul diverso e ridimensionato ruolo della legge parlamentare. A livello europeo, questo processo evolutivo è evidente nella crescente affermazione del diritto fondamentale dell’individuo alla prevedibilità delle decisioni giudiziarie che lo riguardano, in un sistema normativo in cui si è invertito il rapporto di peso tra legge e giudice. Coerente e necessario sviluppo di quel diritto fondamentale è l’allestimento di strumenti orientati a rafforzare il ruolo delle corti superiori e l’efficacia nomofilattica delle loro decisioni. Il che, peraltro, vale ad accreditare un ulteriore accrescimento del peso del diritto giurisprudenziale rispetto a quello legale, suscitando ragionevoli preoccupazioni in ordine all’assetto costituzionale del sistema e alla sua caratterizzazione in termini di democraticità rappresentativa.
Ma prima ancora di queste preoccupazioni, una attuazione seria della “nuova” legalità implica l’allestimento di un complesso di strumenti adeguati a realizzare effettivamente la funzione nomofilattica della Corte di cassazione: a cominciare dalla sua organizzazione e dalle condizioni in cui essa svolge il suo lavoro, per finire col riconoscimento di un valore anche formalmente stabilizzante delle sue pronunce. Indispensabile, poi, sembra essere anche l’individuazione di meccanismi garantistici di chiusura, capaci cioè di salvaguardare l’individuo dinanzi ai sempre possibili overruling giurisprudenziali a suo sfavore.
Ecco, dunque, che nuova legalità non richiama solo l’idea di un diverso assetto delle fonti, delle sue conseguenze e delle sue caratteristiche, ma evoca anche il compito che tocca alla comunità dei giuristi di non soggiacere passivamente ai mutamenti epocali ma di controllarli in qualche modo, così da scongiurare che nell’area del diritto penale si dissolvano le irrinunciabili e fondamentali garanzie conquistate nel lungo e difficile cammino di civilizzazione.
I contributi prodotti dal gruppo di ricerca (tra i quali deve considerarsi idealmente compreso l’articolo di G. Fidelbo, Verso il sistema del precedente? Sezioni Unite e principio di diritto) e qui pubblicati si muovono in questa direzione, con spirito sereno, scientifico e costruttivo. Essi potranno eventualmente costituire un’opportuna base per il dibattito che si svolgerà poi nella giornata congressuale fiorentina del 27 marzo 2020, quando si confronteranno voci di particolare autorevolezza per caratura scientifica e ruolo istituzionale.
(Francesco Palazzo)
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N.d.r.: si riporta di seguito l'elenco dei contributi, che sono pubblicati nel fascicolo 3/2020 di Sistema penale:
M. Vogliotti, La nuova legalità penale e il ruolo della giurisdizione. Spunti per un confronto;
A. Bassi, La gestione operativa della funzione nomofilattica della Corte Suprema di cassazione;
A. Caputo – G. Fidelbo, Appunti per una discussione su ruolo della Corte di cassazione e "nuova" legalità;
F. Petrelli, L'interpretazione della legge è uguale per tutti?;
V. Maiello, La legalità della legge e il diritto dei giudici: scossoni, assestamenti e sviluppi;
R. Bartoli, Le garanzie della "nuova" legalità.
Pubblichiamo inoltre l'esito di due questionari promossi dall'Ufficio della Formazione Decentrata della Corte di cassazione e sottoposti alle Supreme Corti europee sulla natura del giudizio di ultima istanza, sulle regole di funzionamento e sul ruolo del "precedente".
– Questionario sull'ammissibilità dei ricorsi in materia penale
– Questionario sul precedente giudiziario