Commento a Corte cost., sent. 13 gennaio 2022, n. 2
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Abstract. Il contributo analizza la sentenza n. 2 del 2022, con la quale la Corte costituzionale è stata chiamata a decidere sulla legittimità costituzionale dell’art. 670 c.p.p., con il fine – indiretto sì, ma primario – di rimediare a una ingiustizia, verificatasi in un caso risalente a molti anni addietro. La sentenza della Corte costituisce l’occasione per ripercorrere gli errori che, nel processo di merito, si sono accumulati, e sulle cause che li hanno provocati (legate a quella che è stata definita la “assuefazione” al giudicare), per cercare di riflettere su come ad essi possa essere posto riparo. La tesi è che, casi di giustizia negoziata, e in particolare nel patteggiamento, occorra prestare maggiore attenzione agli errori che si possono annidare nel consenso espresso dall’imputato, problema non di rado trascurato dalla giurisprudenza, e in relazione al quale il riferimento alle categorie civilistiche può offrire qualche soluzione anche in campo penale.
SOMMARIO: 1. Un piccolo caso (e un grande sconforto). – 2. La vicenda che ha dato origine alla sentenza. – 3. Sliding doors. – 4. La dichiarazione di infondatezza e le alternative praticabili. a) Ammissibilità della domanda di revisione. b) Inesistenza della condanna patteggiata da un minorenne. c) Inesistenza quale sinonimo di abuso del processo. – 5. Conclusioni.
* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.