Abstract. Lo scritto si confronta con la disciplina che regola la circolazione delle intercettazioni, successivamente alla riformulazione dell’art. 270 c.p.p. ad opera, da ultimo, della l. 28 febbraio 2020, n. 7, verificandone la compatibilità con le coordinate costituzionali di riferimento, come elaborate dalla giurisprudenza di legittimità – nella recentissima pronuncia delle Sezioni unite, Cavallo – in scia al consolidato insegnamento del Giudice delle leggi; quindi, alla luce dell’apparentemente insuperabile conflittualità tra quelle coordinate e l’attuale disciplina, muove una critica al corrente inquadramento in chiave costituzionale della materia, proponendo, quale istanza costituzionale di riferimento, cui parametrare la legittimità dell’attuale soluzione legislativa, la riservatezza, quale proiezione della personalità ex art. 2 Cost., e non già il tradizionale bene rappresentato dalla libertà e segretezza delle comunicazioni.
SOMMARIO: 1. L’art. 270 c.p.p. nella transizione normativa dal codice del 1988 alla riforma Orlando ed ai decreti attuativi. – 2. Il “procedimento diverso”: la via giudiziaria all’interpretazione della formula e il d.lgs. 29 dicembre 2017, n. 216. – 3. La riscrittura dell’art. 270 c.p.p.: il d.l. 30 dicembre 2019, n. 161 e la l. 28 febbraio 2020, n. 7. – 4. La riforma alla prova di costituzionalità: il regime ordinario di circolazione. – 5. (segue) L’utilizzazione extraprocedimentale delle intercettazioni tramite trojan. – 6. Riflessioni critiche. – 7. (segue) Il rilievo dei limiti edittali. La riqualificazione del reato portante. – 8. L’entrata in vigore.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.