ISSN 2704-8098
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12 Ottobre 2023


Lo studio del Garante nazionale dei diritti delle persone private delle libertà personale sul circuito della media sicurezza


Segnaliamo ai lettori che sul sito del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà è stato pubblicato uno studio sulla sperimentazione della circolare del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria n. 3693/6143 del 18 luglio 2022 recante direttive per la riorganizzazione e il rilancio del circuito della media sicurezza. 

La sperimentazione - realizzata da luglio a dicembre 2022 nei Provveditorati di Campania, Lombardia, Sicilia e Triveneto -  fotografa i diversi tipi di sezioni presenti (a custodia aperta, a custodia chiusa, a vigilanza dinamica) e mostra una «tendenza verso una riduzione delle sezioni a custodia aperta (passate dalle 434 con 12033 persone assegnate a luglio, alle 390 con 2283 persone assegnate a dicembre) a favore di un aumento delle sezioni ordinarie il cui regime è di fatto chiuso, al di là delle otto ore per le quotidiane incombenze (passate da 608 sezioni a luglio con 8080 persone assegnate a 687 con 15154 persone assegnate a dicembre)». Una tendenza che, come osservato, rischia di non favorire il percorso di reinserimento del detenuto che la stessa circolare del 2022 dichiara essere il proprio principale obiettivo.

Lo studio mostra, altresì, una preoccupante «riduzione delle sezioni a vigilanza dinamica (passate da 232 a 228) con una diminuzione delle persone detenute a esse assegnate (passate da 7026 a 6345)» e un aumento, invece delle «sezioni ex articolo 32 r.e. (passate da 38 a 43)».

Infine, lo studio del Garante confronta i dati dell’andamento delle attività effettivamente svolte (e dei relativi spazi) nelle sezioni degli Istituti coinvolti restituendo «un quadro insoddisfacente, in cui appare evidente come – al di là di qualche Istituto che fa eccezione – l’offerta lavorativa, culturale, sportiva, ricreativa e anche scolastica non sia all’altezza delle esigenze della popolazione detenuta».

L’analisi è stata realizzata dalla Unità Privazione della libertà in ambito penale (ricerca e analisi a cura di Emanuele Cappelli e Giovanni Suriano, coordinamento e supervisione di Daniela de Robert).