ISSN 2704-8098
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  Recensione  
29 Novembre 2024


G. Canzio – R. Bricchetti (a cura di), Codice di procedura penale, coord. A. Montagni, tomi I e II, Le fonti del diritto italiano, Milano, Giuffrè, 2024


Il processo penale italiano vive una fase storica cruciale e, al contempo, di non facile decifrazione.

In estrema sintesi. La “riforma Cartabia” ha modificato alcuni tratti somatici del rito, modernizzato numerosi istituti e rinforzato i pilastri garantistici del modello originario. Una certa resistenza culturale nei riguardi dei recenti innesti favorisce la nascita di prassi non ortodosse. Il nuovo corso parlamentare ha già introdotto ulteriori ritocchi al codice e preconizza possibili novelle in linea di discontinuità rispetto alle scelte da poco adottate. Accanto a siffatte dinamiche di politica legislativa, gli arresti giurisprudenziali, soprattutto se pronunciati in sede di legittimità, assumono, se possibile, una sempre maggiore centralità, nel solco di un fenomeno che si va osservando da tempo. Il ricorrere delle decisioni della Consulta e delle Corti sovranazionali, infine, ancor più del passato, incide sulle geometrie del sistema.

Gli interpreti, siano essi attori giudiziari o studiosi della materia, talora faticano a orientarsi in un quadro così variegato e cangiante. Alla luce di un panorama oggettivamente tumultuoso, appaiono dunque indispensabili Opere che possano costituire un solido appiglio cui “aggrapparsi” per pervenire alla interpretazione delle norme in chiave sistematica e nell’ottica di una lettura orientata ai principi costituzionali e ai fondamenti ultimi del diritto processuale.

Per questo risulta di estrema importanza la pubblicazione del Codice di procedura penale, commentato con dottrina e giurisprudenza, sapientemente curato da Giovanni Canzio (Presidente emerito della Corte suprema di cassazione) e Renato Bricchetti (Presidente emerito di Sezione della stessa Corte). Si tratta di due volumi - di oltre seimila pagine complessive - che riescono, grazie al contributo dei numerosi e autorevoli autori che vi hanno preso parte, a fornire risposte ai dubbi interpretativi di maggior rilievo e, soprattutto, a tratteggiare un quadro organico e completo dell’interpretazione della disciplina processuale, tanto sul piano dell’ermeneutica giurisprudenziale, quanto sotto l’angolo visuale della elaborazione dottrinale.

L’operazione culturale, di innegabile utilità pratica, costituisce una fondamentale ricomposizione di un modello processuale che necessita urgentemente, in questa congiuntura temporale, di sguardi complessivi che sappiano abbracciare l’insieme del rito criminale, pur cercando, ovviamente, di chiarire i singoli quesiti che ogni disposizione solleva. Insomma, ad avviso di chi scrive, siamo di fronte ad uno strumento essenziale per i protagonisti delle aule di giustizia e per i cultori universitari della procedura penale.

 

(Luca Luparia Donati)