Nota a Cass., Sez. III, ud. 4 maggio 2021, dep. 5 agosto 2021, n. 30687, Pres. Gentili, est. Galterio, ric. Andreoli e Marchetti
Abstract. La sentenza in commento affronta il tema della confisca obbligatoria di falsi d’arte, delineando le possibilità e i limiti di applicazione dell’istituto in assenza di condanna. Nel tentativo di identificare la natura della misura ablatoria, la Corte di cassazione si discosta dalle precedenti pronunce in materia, ritenendo – sulla base di argomentazioni non sempre convincenti – la misura non assimilabile a quella prevista dall’art. 240, co. 2, n. 2) c.p. ed evidenziandone la funzione punitivo-repressiva e la valenza di sanzione amministrativa, la quale prescinde dalla pericolosità intrinseca della res e dipende più semplicemente dall’accertamento dell’esistenza di un’attività vietata.
SOMMARIO: 1. La sentenza. – 2. La tutela penale del patrimonio culturale tra legislazione speciale e tentativi di codificazione. – 3. La repressione del falso artistico. – 4. La confisca obbligatoria dei falsi d’arte. – 5. La natura della misura ablatoria. – 6. Il necessario accertamento del reato presupposto. – 7. L’incapacità della sentenza in commento di superare il riconoscimento di intrinseca pericolosità dei beni oggetto di confisca
Marianna Biral
Isadora Neroni Rezende
Cosimo Emanuele Gatto
Alessandra Santangelo
Irene Milazzo
Giulia Lasagni
Laura Bartoli
Antonio Pugliese
Vanessa Maraldi
Michele Caianiello