Abstract. La riforma Cartabia ha innovato profondamente la procedura applicativa delle pene sostitutive, istituendo nel nuovo art. 545-bis c.p.p. un meccanismo processuale bifasico, di derivazione anglosassone, che può attivarsi eventualmente per la sostituzione della pena. Nel contributo, si intende effettuare un confronto tra l’inedita udienza di sentencing introdotta dalla riforma ed il modello bifasico statunitense, da cui il legislatore trae ispirazione, al fine di valorizzare i pregi del nuovo sistema processuale istituito nel nostro ordinamento. In particolare, ci si soffermerà sulle nuove responsabilità conferite al giudice della cognizione, chiamato ad individuare una “pena-progetto” realmente individualizzata, e sul supporto che potrà eventualmente fornire l’U.E.P.E. nel raccogliere elementi idonei a consentire una conoscenza della personalità e delle condizioni di vita del condannato.
SOMMARIO: 1. La nuova disciplina delle pene sostitutive e prospettive di un modello bifasico nel nostro ordinamento. – 2. Il sentencing nel sistema statunitense e il Presentence Investigation Report. – 3. Le novità in tema di pene sostitutive introdotte dalla “riforma Cartabia”: la procedura applicativa prevista dall’art. 545-bis... – 4. …ed i ripensamenti sull’udienza di sentencing nel “correttivo Cartabia”. – 5. Le indagini sulla personalità per una pena “individualizzata”: riflessioni sul divieto di perizia criminologica e potenzialità del modello bifasico. – 6. L’omesso richiamo dell’affidamento in prova. – 7. Brevi osservazioni conclusive: il ruolo attribuito al giudice di cognizione, tra esigenze di efficienza del nuovo meccanismo processuale ed individualizzazione del trattamento sanzionatorio.
*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.
Marianna Biral
Isadora Neroni Rezende
Cosimo Emanuele Gatto
Alessandra Santangelo
Irene Milazzo
Giulia Lasagni
Laura Bartoli
Antonio Pugliese
Vanessa Maraldi
Michele Caianiello