Abstract. Il ricorso per “indegnité de la détention”, introdotto recentemente dal legislatore francese, si presta ad essere avvicinato al “reclamo giurisdizionale” previsto dall’art. 35-bis ord.penit. Le due entità messe a raffronto sono riconducibili a provvedimenti legislativi che possono essere considerati la “filiazione” di altrettante pronunce della Corte europea, nelle quali è stato chiesto agli Stati interessati di risolvere il problema del sovraffollamento carcerario e di introdurre nel loro ordinamento un ricorso “effettivo”, in grado di tutelare adeguatamente il detenuto nei confronti di una carcerazione lesiva dei suoi diritti. L’esistenza di questo comune denominatore si riflette sulla fisionomia dei due rimedi, offrendo l’occasione per esaminare in parallelo sia la configurazione del ricorso inerente alla détention indigne, sia taluni profili della regolamentazione del reclamo giurisdizionale.
SOMMARIO: 1. La Corte europea si ripete (dalla sentenza Torreggiani contro Italia alla sentenza J.M.B. contro Francia). – 2. La questione del “ricorso effettivo”: il reclamo ex art. 35-bis ord. penit. quale punto di arrivo di un lungo e travagliato percorso. – 2.1. Il rimedio francese del référé - liberté. 3. Dagli entusiasmi iniziali verso il référé - liberté al successivo disincanto. – 4. La genesi della legge «tendant à garantir le droit au respect de la dignité en détention». - 4.1. I contenuti. – 5. Il raggio di operatività del ricorso introdotto dal legislatore francese e quello del reclamo disciplinato dall’art. 35-bis ord. penit. – 6. Una questione trascurata dall’art. 35-bis ord. penit.: la violazione dei diritti determinata dal sovraffollamento. – 7. I tempi richiesti per la risposta giudiziale e per la concreta attuazione dei suoi contenuti. – 8. Un bilancio conclusivo: la bilaterale inosservanza dei moniti della Corte europea in tema di “ricorso effettivo” e di sovraffollamento carcerario.