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15 Maggio 2024


"Riforma Cartabia. Le modifiche al sistema penale", Giappichelli, 2024

Commentario in quattro volumi diretto G.L. Gatta e M. Gialuz



Pubblichiamo di seguito il testo della presentazione del commentario "Riforma Cartabia. Le modifiche al sistema penalediretto da Gian Luigi Gatta e Mitja Gialuz. L'opera - con prefazione di Marta Cartabia -  si compone di quattro volumi:  "Il procedimento penale tra efficienza, digitalizzazione e garanzie partecipative" (Vol. I, a cura di M. Caianiello, M. Gialuz, S. Quattrocolo); "Nuove dinamiche del procedimento penale" (Vol. II, a cura di T. Bene, M. Bontempelli, L. Luparia Donati); "Le modifiche al sistema sanzionatorio penale" (Vol. III, a cura di R. Bartoli, G.L. Gatta, V. Manes); "La disciplina organica della giustizia riparativa" (Vol. IV, a cura di A. Ceretti, G. Mannozzi, C. Mazzucato). 

L'indice complessivo dell'Opera è consultabile in allegato. 

 

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Presentazione dell'opera 

L’idea di dedicare un’opera in più volumi al commento dei decreti legislativi 10 ottobre 2022, n. 150 e 151 del 2022 (aggiornato ai correttivi contenuti nel d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31) è nata subito dopo la loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Appena terminato il cantiere legislativo, ci siamo detti che se ne doveva aprire uno nuovo per presentare e commentare la riforma Cartabia. Abbiamo contattato molti autorevoli colleghi, avvocati e magistrati che avevano prestato il loro prezioso contributo nelle diverse commissioni ministeriali.

Ci hanno risposto entusiasti. La convinzione comune era che non si dovesse ricostruire solo la portata normativa di un ampio testo legislativo, con un commento accurato, ma raccontare e testimoniare quella che era stata la filosofia che aveva animato l’intera riforma; e non certo per celebrare una stagione rivelatasi assai feconda per la realizzazione di innovazioni di ampia portata.

Il fine è quello di fornire le chiavi di lettura di una riforma, che ha l’ambizione di ridisegnare il volto della giustizia penale, per modernizzarlo e metterlo nelle condizioni di dare piena attuazione alle direttive costituzionali.

 

Il primo volume ricostruisce anzitutto il contesto in cui è maturata la riforma. È ben vero che il PNRR – con i suoi target legati alla riduzione dei tempi della giustizia – ha avuto un peso, ma non è stato il motore dell’iniziativa legislativa; ha costituito invece uno stimolo per accogliere un “approccio europeo” al legiferare.

Un approccio organico, che rifiuta le barriere tra diritto processuale e diritto sostanziale. Un approccio pragmatico, che rifugge le ideologie astratte e concettuali e si fonda sull’ana­lisi e la valorizzazione dei dati statistici. Un approccio costituzionalmente orientato, che muove dalla consapevolezza che, quando il sistema penale scende sotto a un livello minimo di efficienza, non è in grado di adempiere alle funzioni che gli assegna la Costituzione.

In fondo, sin dalle riunioni della Commissione Lattanzi, si è condivisa l’idea che anche la giustizia penale, che viene spesso caricata di connotazioni metafisiche, di aspettative moralizzatrici e di scopi salvifici, non può sfuggire dalla configurazione come un servizio pubblico, di importanza primaria. Prendendo le mosse da questa impostazione, lungi dal recepire una logica di efficientismo giudiziario che privilegia in chiave statistica la quantità a scapito della qualità e persegue unicamente una bieca celerità a ogni costo, nella seconda parte del primo volume, si vedrà come la manovra abbia scommesso anzitutto sulla capacità dell’innova­zione organizzativa e, in secondo luogo, sulla tecnologia per migliorare la qualità dei processi.

 

 La terza parte del primo volume e il secondo tomo sono dedicati alle modifiche processuali del d.lgs. n. 150 che riguardano tutti i libri del codice di rito e, sotto il profilo qualitativo, realizzano un vero e proprio “tagliando” del codice di procedura penale, adeguandolo a un panorama profondamente mutato, per conservarne le scelte assiologiche fondamentali. Il filo rosso delle modifiche è proprio quello di creare le condizioni di sistema per riaffermare la centralità del contraddittorio scolpito nell’art. 111 Cost. e assicurarne effettività in concreto, al di là delle proclamazioni di principio. È difficile negare che, solo garantendo la ragionevole durata, si può dare piena attuazione al metodo dialettico di ricostruzione del fatto. 

 

Peraltro, l’opzione schiettamente liberale che connota la riforma è illustrata nel terzo volume, dedicato alle modifiche sostanziali.

 Per un verso, nella consapevolezza che il diritto penale è un mezzo di gestione dei conflitti sociali estremamente dispendioso, si vedrà come il legislatore si sia mosso per ridurre l’incidenza del diritto penale.

Per altro verso, al fine di limitare lo spazio di azione della pena carceraria e di restituire effettività al canone del finalismo rieducativo – risolvendo il paradosso irragionevole dei liberi sospesi – ampio spazio viene dedicato al commento della profonda rivisitazione delle pene sostitutive delle pene detentive operata dal d.lgs. n. 150/2022 e al recupero di efficienza della pena pecuniaria, quale precondizione fondamentale della sua estensione.

 

 

Infine, il quarto volume è dedicato all’analisi della disciplina organica della giustizia riparativa, che rappresenta la novità culturalmente più rilevante della riforma.

 Alla prospettiva correttiva interna del sistema tradizionale, si è infatti affiancato un paradigma completamente nuovo, nella convinzione che, nella società complessa nella quale viviamo, il modello di giustizia punitiva perfezionato negli ultimi due secoli non sia più in grado – da solo – di realizzare il fine più alto che la Costituzione le assegna, ossia promuovere la coesione sociale, suturando le ferite aperte dalla commissione del reato attraverso la celebrazione di un processo giusto e l’eventuale applicazione della sanzione.  

In molti contributi emerge la piena consapevolezza che quell’approccio europeo di cui si è detto richiede investimenti e continuità di impegno. In fondo, il d.lgs. n. 31/2024, che si è analizzato trasversalmente, ha introdotto correttivi basati sul monitoraggio, senza stravolgere l’impianto della riforma operata con il d.lgs. n. 150/2022. In altri ambiti, come riguardo al profilo legato al rapporto tra tempo e processo, sembra invece farsi strada un ritorno al passato, ispirato da ragioni puramente ideologiche. L’auspicio è che la riforma venga completata con i tasselli mancanti – primi tra tutti la legge cornice sui criteri di priorità e i decreti attuativi in materia di processo penale telematico e di pena pecuniaria – e che tutti i protagonisti della giustizia penale forniscano il loro contributo. In fondo, la riforma Cartabia richiede una missione collettiva, per assicurare un miglioramento della qualità dell’attività giurisdizionale: quest’opera vuole essere uno strumento a disposizione degli operatori per fornire il loro contributo.

I nostri ringraziamenti vanno all’Editore Giappichelli, che ha immediatamente abbracciato l’ambizioso progetto editoriale, alle curatrici e ai curatori dei volumi, alle autrici e agli autori. Un grazie, in particolare, alle dottoresse Elisa Grisonich, Giulia Mentasti, Chiara Ubiali e al dottor Morris Marini, per l’articolato lavoro di coordinamento editoriale e per la preziosa opera di redazione degli indici analitici, svolti con passione, cura e intelligenza.

Milano-Genova, marzo 2024