Nota a C.G.U.E., Grande Sezione, sent. 16 luglio 2020, C-129/19, Presidenza del Consiglio dei Ministri c. BV
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Abstract. Lo scritto esamina la sentenza della Grande Sezione della Corte di giustizia del 16 luglio 2020 sull’interpretazione della direttiva 2004/80/CE sull’indennizzo delle vittime di reato. L’A. evidenzia alcune debolezze del ragionamento del giudice di Lussemburgo che, con l’evidente scopo di pronunciarsi nel merito, al pur nobile fine di assicurare un diritto al singolo, pregiudicato dalla mancata tempestiva trasposizione della direttiva nell’ordinamento italiano, pare forzare la propria giurisprudenza sul non luogo a statuire, nonché i suoi precedenti sull’interpretazione della direttiva in parola.
SOMMARIO: 1. Il contesto giurisprudenziale e normativo in cui si colloca la sentenza della Corte di giustizia del 16 luglio 2020. – 2. Il procedimento principale e i quesiti pregiudiziali. – 3. La natura ipotetica dei quesiti (?) e la questione preliminare del “non luogo a statuire” – 4. Il primo quesito pregiudiziale: l’esperibilità (in astratto) dell’azione di responsabilità dello Stato per mancata trasposizione della direttiva (forzando i precedenti giurisprudenziali). – 5. (segue): l’insussistenza delle condizioni per poter dichiarare (in concreto) la responsabilità dello Stato. – 6. Il secondo quesito pregiudiziale: il carattere (prima facie non propriamente) «equo ed adeguato» dell’indennizzo previsto dall’ordinamento italiano. – 7. Gli aggiornamenti degli importi forfettari fissi previsti dalla normativa italiana: ulteriore conferma della natura ipotetica (almeno) del secondo quesito pregiudiziale. – 8. Qualche considerazione conclusiva.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.