Pubblichiamo per l'interesse un estratto del comunicato stampa del Governo con il quale si annuncia la notizia - ripresa oggi ampiamente dalla stampa - della presentazione di un disegno di legge governativo volto a introdurre nel codice penale il nuovo delitto di femminicidio oltre ad ulteriori interventi, anche di natura processuale, per il per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime. Pubblicheremo il testo del disegno di legge non appena sarà formalmente presentato al Parlamento e reso pubblico.
Pubblichiamo altresì (qui sopra) il video della conferenza stampa (l'intervento del Ministro Nordio è disponibile dal minuto 7 circa) e, in allegato, il documento "Dalla parte delle donne", presentato quale campagna di azione politica da parte del Governo, unitamente al disegno di legge, in occasione della ricorrenza dell'8 marzo e della festa della donna.
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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e del Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha approvato un disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.
Il testo appronta un intervento ampio e sistematico per rispondere alle esigenze di tutela contro il fenomeno di drammatica attualità delle condotte e manifestazioni di prevaricazione e violenza commesse nei confronti delle donne.
Si introduce la nuova fattispecie penale di “femminicidio” che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena dell’ergastolo. In particolare, si prevede che sia punito con tale pena “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”. In linea con tale intervento, le stesse circostanze di commissione del reato sono introdotte quali aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso, con la previsione di un aumento delle pene previste di almeno un terzo e fino alla metà o a due terzi, a seconda del delitto.
Inoltre, il testo:
L’intervento si inserisce anche nel quadro degli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e nel solco delle linee operative disegnate dalla nuova direttiva (UE) 1385/2024 in materia di violenza contro le donne, nonché delle direttive in materia di tutela delle vittime di reato.