Abstract. L’articolo si propone di approfondire gli effetti della tecno-mediazione sulla commissione dei reati sessuali. In particolare, l’autore evidenza le criticità di un certo approccio che, nello studio della fenomenologia criminosa, non valorizza il fattore tecnologico ma si limita all’equiparazione delle condotte “virtuali” a quelle “analogiche”. Molteplici sono i temi trattati: la sussumibilità delle condotte tecno-mediate nel perimetro delle fattispecie incriminatrici esistenti; le potenzialità patologiche e criminogene della tecnologia e dei contenuti da essa veicolati (con particolare riguardo alla pornografia digitale e alle possibili conseguenze correlate al suo abuso) nonché la loro rilevanza sul piano della colpevolezza; la necessità di adottare una specifica politica criminale.
SOMMARIO: 1. I reati a sfondo sessuale nell’epoca della tecno-mediazione. – 2. La rilevanza penale del sexting non consensuale. – 3. La rilevanza penale del sexting con minori. – 4. Pornografia digitale, colpevolezza, strategie preventive e sanzionatorie. – 4.1 Sviluppi criminogenetici e psicopatologici della Rete: l’utilizzo problematico della pornografia digitale. – 4.2. Impulsività, colpevolezza e sanzione nel caso dei reati cibernetici sessualmente connotati. – 4.3 La politica criminale nel contrasto agli Image-based sexual abuse. – 5. Conclusioni.
*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.