ISSN 2704-8098
logo università degli studi di Milano logo università Bocconi
Con la collaborazione scientifica di

  Articolo  
12 Giugno 2025


Diritto penale e ingegneria simbolica: i limiti della proposta di un nuovo delitto di femminicidio e le esigenze di tutela effettiva


Il contributo qui pubblicato in allegato riproduce, con limitate integrazioni e adattamenti, l’intervento svolto dal Prof. V. Mongillo  in occasione dell’audizione dinanzi alla Seconda Commissione Giustizia del Senato, il 27 maggio 2025, sul disegno di legge n. 1433 (Femminicidio e contrasto alla violenza sulle donne).

***

AbstractIl contributo esamina criticamente la proposta di introdurre nel codice penale italiano un nuovo delitto autonomo di femminicidio (art. 577-bis c.p.), con particolare riferimento al disegno di legge n. 1433. Dopo aver ricostruito le origini culturali della nozione di femminicidio, l’autore mette in luce le criticità definitorie e le difficoltà probatorie connesse a una tipizzazione penale fondata su nozioni socio-criminologiche vaghe e difficilmente verificabili in giudizio. Si sottolinea come l’ordinamento italiano disponga già di un severo apparato repressivo per gli omicidi di donne e si sollevano dubbi sull’efficacia deterrente di ulteriori inasprimenti punitivi. In conclusione, si auspica un modello d’intervento più incisivo, incentrato sulla prevenzione culturale, sulla protezione effettiva delle vittime e sulla formazione qualificata degli operatori, anziché su un simbolismo penale tanto enfatico quanto poco funzionale.

SOMMARIO: 1. Il recente d.d.l. in tema di femminicidio e contrasto alla violenza sulle donne. – 2. Genealogia e retroterra culturale del concetto di “femminicidio”. – 3. Il femminicidio come problema criminologico: dati e rilievi empirici. – 4. Il farraginoso e già severo apparato repressivo vigente. – 5. Analisi della nuova fattispecie prevista nel d.d.l.: struttura e questioni teorico-applicative. – 5.1. Tassatività e verificabilità processuale del movente di genere: uccidere una donna “in quanto donna”. – 5.2. L’intento repressivo dei diritti della vittima: criticità definitorie e attuative. – 5.3. Il principio di uguaglianza e il rischio di disparità selettiva. – 5.4. Il contesto internazionale e comparato: assenza di obblighi di introduzione di un delitto autonomo di femminicidio e modelli alternativi. – 6. Conclusioni: oltre il simbolismo penale, per una tutela concreta ed efficace.