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09 Gennaio 2025


Abuso e sfruttamento sessuale dei minori: la posizione del Consiglio dell’Unione europea sulla proposta di direttiva relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e il materiale pedopornografico


Si segnala ai lettori la posizione del Consiglio dell'Unione europea, adottata lo scorso 13 dicembre, sulla  Proposta di direttiva, presentata lo scorso febbraio da parte della Commissione, relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e il materiale pedopornografico.

Come è noto, tale proposta reca una revisione mirata (secondo la tecnica della rifusione) dell'attuale direttiva sulla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile 2011/93/UE, iniziativa volta in particolar modo all'adeguamento della legislazione penale all'evoluzione tecnologica della criminalità, in ragione dell’aumento della presenza online dei minori e degli sviluppi tecnologici (ad esempio lo streaming e le realtà virtuali, che offrono nuove modalità di abuso, come il contatto online o la trasmissione in diretta di abusi sessuali).

La posizione del Consiglio – al momento disponibile solo in lingua inglese e consultabile in allegato - reca, rispetto al testo proposto dalla Commissione, un ampliamento della definizione dei reati di abuso e  sfruttamento sessuale dei minori, includendovi le forme facilitate dalle nuove tecnologie online; inoltre sollecita l’inserimento nella definizione di materiale pedo-pornografico di un riferimento esplicito alle "riproduzioni e rappresentazioni", facendo espresso richiamo al c.d. "deep fake" o materiale generato dall'intelligenza artificiale. Tra le novità più rilevanti si segnala, inoltre, la previsione dell’introduzione di un reato che punisce la distribuzione, diffusione, l’offerta, la messa a disposizione, la produzione o il possesso di materiale, indipendentemente dalla sua forma, destinato a fornire consigli o istruzioni su come commettere i reati di  abuso, sfruttamento sessuale o adescamento per scopi sessuali ai danni di minori.

Il Consiglio ha confermato la necessità di criminalizzare le condotte di child grooming quando si riferiscano all’attività di adescamento a fini sessuali di minori mediante tecnologie dell'informazione e della comunicazione, tuttavia limitatamente al caso in cui si tratti di minori che non abbiano raggiunto l'età del consenso sessuale; con ciò limitando la portata del testo originariamente proposto dalla Commissione europea, che comprendeva tutte le vittime minori d’età, a prescindere dal raggiungimento dell’età del consenso.

La proposta di direttiva aggiornata prevede, inoltre, l’introduzione di sanzioni più severe per le condotte di abuso sessuale o sfruttamento sessuale dei minori, non solo per il caso in cui la vittima si trovi in una condizione di particolare vulnerabilità  (per esempio per disabilità), ma anche per l’ipotesi in cui il minore abbia raggiunto l’età del consenso sessuale.


Rispetto alla tematica del consenso, benché la definizione dell'età del consenso sessuale continui a rimanere di competenza dei legislatori nazionali, la proposta del Consiglio introduce la necessità di manifestazione espressa del consenso da parte del minore agli atti sessuali, quale espressione di una volontà libera e in qualunque momento revocabile.

Il Consiglio ha, inoltre, introdotto nuove disposizioni in tema di prescrizione che consentono di perseguire i reati anche dopo che la vittima abbia raggiunto la maggiore età per un periodo che, a seconda della gravità del reato, varia dai 10 ai 20 anni.

Da ultimo si prevede un miglioramento della rete di supporto psicosociale e legale per le vittime di abusi e l'obbligo per gli Stati membri di raccogliere e diffondere statistiche sui reati di abuso sessuale dei minori, al fine di monitorare e valutare l'efficacia delle politiche di prevenzione.

All’adozione del testo da parte del Consiglio seguiranno i negoziati con il Parlamento Europeo per raggiungere un accordo finale sul testo della proposta.

 

(Patrizia Brambilla)