ISSN 2704-8098
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  Articolo  
17 Dicembre 2024


La vita come “controlimite” all'autodeterminazione responsabile: denegata giustizia?

I dubbi self restraint di alcune Corti costituzionali europee e della Corte EDU



AbstractIl presente lavoro mira ad esaminare il lento ma inesorabile cammino del diritto di morire attraverso le principali decisioni delle Corti sovranazionali e costituzionali in materia di fine vita. Si tenterà, al riguardo, di suggerire qualche possibile risposta al generale quesito inerente all’esistenza, o meno, di ‘controlimiti’ all’autodeterminazione responsabile sulla propria morte.

SOMMARIO: 1. Il lento cammino del “diritto di morire” in Italia e in Europa: esistono controlimiti al diritto di autodeterminazione responsabile? – 2. La sentenza della Corte EDU sul caso Karsai nel quadro dei riluttanti precedenti sul fine vita. – 3. Le coraggiose pronunzie delle Corti costituzionali tedesca e austriaca. – 4. Il passo del gambero: la Corte costituzionale portoghese e l’atteggiamento pilatesco della Corte costituzionale italiana: dal caso “Cappato” alla sentenza n. 50/2022. – 5. Segue: la sentenza n. 135 del 2024 della Corte costituzionale italiana. La zona grigia dei trattamenti di sostegno vitale e l’enorme discrezionalità del giudice: una non soluzione. – 6. Conclusioni.

 

* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.