Il contributo è ora pubblicato sul numero 3/2020 di Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale. Per accedervi, clicca qui.
Abstract. La dir. (UE) 2017/1371 sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea pone interessanti questioni nella prospettiva di attuazione nell’ordinamento italiano. Con riguardo alla repressione delle frodi viene tra l’altro in rilievo il rapporto tra gli artt. 316-ter e 640-bis c.p., da tempo dibattuto in dottrina e oggetto di controverse prese di posizione della giurisprudenza costituzionale, oltre che di legittimità. L’iter legislativo di recepimento della direttiva non ha tuttavia condotto alla soluzione di tale problema, determinando per contro l’insorgenza di ulteriori criticità.
SOMMARIO: 1. Una rinnovata tutela ad ampio spettro delle finanze eurounitarie. – 1.1. La perdurante centralità del modello della frode. – 2. L’art. 316-ter c.p.: idealtipo degli intrecci tra formanti europei e nazionali. – 2.1. Le criticità strutturali della “Indebita percezione…”. – 2.2. …E i problematici rapporti con la truffa aggravata ex art. 640-bis c.p. – 3. Uno spunto comparatistico: la figura di Subventionsbetrug nell’ordinamento tedesco. – 4. Le deludenti iniziative di riforma: dalla legge di delegazione europea 2018 (l. 117/2019) al d. lgs. 75/2020, con l’interludio del c.d. decreto fiscale (d.l. 124/2019, conv. con modif. in l. 157/2019). – 5. Osservazioni conclusive.